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La scuola ai tempi del Coronavirus: come costruire una scuola e una società migliori

La scuola italiana è stata la prima a chiudere per l'emergenza Covid-19.

La scuola ai tempi del Coronavirus

Un anno fa, il 22 febbraio 2020, è stato l'ultimo giorno di scuola. È stato un anno durissimo, la pandemia Covid-19 ha travolto non solo la scuola ma anche le nostre esistenze, provocando sofferenza e dolore.

Oggi, per la scuola, continua il senso di disorientamento e di frustrazione, e la speranza per una vera ripartenza è assegnata ai vaccini, e alla campagna vaccinale del personale scolastico. Decine di migliaia di famiglie, oggi, si ritrovano, di nuovo, a dover scegliere tra lavoro e cura, a fronte di una zona arancione “scura” che chiude gradi scolastici che avrebbero dovuto rimanere in presenza, mettendo così in discussione il diritto all’istruzione.

Durante questi dodici mesi, la didattica a distanza, grazie all'impegno straordinario dei docenti, ha consentito di tenere in vita, nell’emergenza, l’impegno formativo, ma sono aumentate diseguaglianze educative e sociali.

La scuola non ha solo un valore educativo ma anche sociale, inteso come opportunità di esperienza e crescita nella relazione. La scuola forma buoni cittadini attivi, pensanti e capaci di scegliere anche criticamente, attenti a difendere i propri meriti ma anche a perseguire obiettivi comuni, a collaborare con gli altri anche se più deboli, lenti o meno capaci. La scuola è un investimento per il futuro, un investimento per lo sviluppo sociale e civico.

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Diritti congelati: il dramma dei migranti in Bosnia

A pochi km dai nostri confini, continua l’emergenza umanitaria in Bosnia-Erzegovina, in particolare a Lipa. In Bosnia, non esiste una politica di gestione dei flussi migratori e un sistema di accoglienza che tuteli i diritti e la vita dei migranti.

La situazione migratoria lungo la rotta balcanica è drammatica, uomini, donne e bambini, intrappolati dalla neve, dal gelo, dalle frontiere chiuse, dalle violenze della polizia di frontiera, dai respingimenti, dal silenzio e dall’ambiguità politica dell’Unione Europea che ha congelato i diritti di queste persone, dalla nostra complice indifferenza.

Diritti congelati: il dramma dei migranti in Bosnia

È importante attivare subito l'assistenza umanitaria nel campo profughi di Lipa: le condizioni sono disumane e inaccettabili. È urgente un intervento della comunità internazionale per garantire un'accoglienza dignitosa e sicura.

Come cittadini, possiamo sostenere le associazioni come Ipsia e Caritas che operano in Bosnia, in collaborazione con la Croce Rossa. A Bologna, possiamo portare beni di prima necessità presso l’Associazioni di solidarietà con Cuba “La Villetta” che ha avviato una raccolta solidale di aiuti umanitari per le persone bloccate in Bosnia.

Infine, credo importante ricordare nuovamente l’iniziativa dell'Agenzia Dire che ha lanciato una campagna rivolta alle città per chiedere di tappezzare le strade con le “immagini di quell’altrove così vicino e insopportabile”, per mostrare il dramma dei Balcani.

Emilia-Romagna, al via il piano vaccinale nelle scuole

La scuola italiana è stata la prima a chiudere per l'emergenza Covid-19. Esattamente un anno fa, il 22 febbraio 2020. Era l'ultimo giorno di scuola, ma non lo sapevamo.

È stato un anno durissimo, dovuto a questo evento straordinario che ha travolto le nostre esistenze, che ha provocato tanti lutti, sofferenza e dolore.

Oggi è passato un anno e a scuola ci siamo tornati, ma un giorno sì e uno no, e continua il senso di disorientamento e di frustrazione ma, grazie ai vaccini, forse potrà essere l'anno della ripartenza.

Durante questi dodici mesi, la didattica a distanza ha consentito di tenere in vita, nell’emergenza, l’impegno formativo, ma sono anche aumentate diseguaglianze educative e sociali, come conseguenza della difficoltà di proseguire l'impegno di una didattica inclusiva e interculturale. Le esperienze e le energie messe in campo non devono certamente andare perse, ma sappiamo che, nonostante l'impegno straordinario dei docenti, la didattica a distanza non permette comunque di salvaguardare le relazioni tra studenti e insegnanti, valorizzando l'insegnamento e l'apprendimento.

Emilia-Romagna, al via il piano vaccinale nelle scuole

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La disabilità non è un problema di categoria

La disabilità non è un problema di categoriaGentile Presidente,
in questi giorni si è aperto un giusto dibattito sull’equilibrio di genere nella composizione del nuovo Governo presieduto da Mario Draghi, su 23 ministri solo 8 sono donne. È un tema che richiede una riflessione critica, perché non vengono considerate le competenza delle donne nel Paese e la giusta rappresentanza nelle sue istituzioni.

Così come sull’equilibrio di genere, desidero segnalare anche un'altra preoccupazione su un tema che credo meriti attenzione e che rischia purtroppo di far fare al nostro Paese passi indietro.

L'istituzione di un Ministero della disabilità, voluto e assegnato alla Lega, rischia di perdere il riferimento dell'inclusione e di tornare alla violenza della separazione delle scuole e degli istituti speciali. Credo che un Ministero della “categoria” della disabilità sia inutile e dannoso.

Occorre invece lavorare per costruire contesti inclusivi, in grado di valorizzare le risorse costituite da tutte le persone, comprese gli uomini e le donne in situazione di disabilità.

La disabilità non può essere considerata solo in riferimento alle politiche assistenziali, ma ad un contesto di tutela dei diritti che investe la politica e l'amministrazione a tutti i livelli. Si tratta di riconoscere il diritto alla costruzione di progetti di vita autonoma, dalla mobilità al sostegno economico, dall’inclusione scolastica all'inserimento lavorativo.

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Solidarietà al giornalista dell’Agenzia Dire aggredito a Bologna

Agenzia DiRECredo importante intervenire oggi in Consiglio comunale di Bologna per condannare l'aggressione al giornalista dell’Agenzia Dire di Bologna, a cui va la mia solidarietà. Preoccupano episodi di violenza contro giornalisti che svolgono il proprio lavoro.

Mercoledì scorso, il gestore del bistrot Bonaccorsi di via Saragozza, a Bologna, dopo che il Sindaco di Bologna ha firmato un'ordinanza che impone la chiusura del locale dalle 15 alle 6 “dopo numerose segnalazioni sul mancato rispetto delle misure di contenimento imposte dalla pandemia”, ha minacciato e intimidito il giornalista dell’Agenzia Dire che stava svolgendo il suo lavoro, con correttezza e professionalità.

Le difficoltà legate alla violenta pandemia Covid-19 riguardano tutti i gestori che con enormi sacrifici e senso di responsabilità rispettano le regole e chiudono le attività in base alle normative, rispettando quindi la legge e la salute pubblica.

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Un anno senza Patrick Zaki

Un anno senza Patrick ZakiSolo poche settimane fa, l'11 gennaio 2021, il Comune di Bologna ha conferito la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki per dare un forte segnale di solidarietà e vicinanza a Patrick e alla sua famiglia.

È passato un anno dalla carcerazione del giovane studente dell'Università di Bologna e la famiglia ha aderito all'appello per chiedere laCittadinanza Italiana a Patrick Zaki, colpevole solo di aver esercitato in modo pacifico i suoi diritti fondamentali.

Gentile Presidente, il 23 dicembre scorso, l'Italia ha consegnato una nave da guerra all'Egitto, costruita da Fincantieri. Due settimane prima, il presidente egiziano al-Sisi aveva ricevuto la Legion d'Onore all'Eliseo dal Presidente francese Macron.

Dopo il trasferimento della fregata all'Egitto, la famiglia di Giulio Regeni ha presentato un esposto alla procura, denunciando il governo per violazione del nostro ordinamento che regola il trasferimento di armamenti. Ci sono alcune circostanze in cui il trasferimento di armamenti tra stati deve essere bloccato: quando si tratta di paesi sottoposti ad embargo ONU o di stati sospettati o pienamente responsabili di violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale.

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