• Home
  • Cosa ho fatto
  • Interventi inizio seduta
  • L'Europa deve diventare un porto sicuro per migranti e rifugiati: servono città e regioni progressiste e solidali

Per favorire un passaggio generazionale, è tempo di ridistribuire la ricchezza

Ridistribuire la ricchezza
Il Segretario del Partito democratico, Enrico Letta, ha proposto di aumentare la tassa di successione per l’1% più ricco della popolazione, e di usare i proventi per introdurre misure di sostegno economico per i più giovani. L'idea è di creare una “dote” di 10 mila euro da consegnare alla metà meno abbiente dei 18enni italiani, per spese legate alla formazione e all’istruzione, per la casa o per avviare una nuova impresa.

Per finanziare questa “dote”, il Pd propone di portare al 20% l'aliquota dell’imposta di successione per le eredità da genitori a figli superiore ai 5 milioni di euro. Una proposta di tipo redistributivo, perché tassa le famiglie più ricche per trasferire i proventi alle fasce meno abbienti e più giovani della popolazione, con l'obiettivo di favorire la mobilità sociale ed evitare il consolidamento “feudale” dei patrimoni all'interno delle stesse famiglie.

Negli Stati Uniti, l'aliquota massima è del 40% e la tassazione media dei patrimoni ereditati è del 17%. Anche nella maggior parte dei paesi europei l'imposta di successione è più alta: in Francia varia dal 5 al 60%, con un valore medio del 45%. In Germania, è del 30%, nel Regno Unito del 40%. In generale, l'aliquota media dell'imposta di successione nei paesi OCSE è del 15%.

In Italia, a confronto, l’imposta di successione è bassissima. La franchigia è di 1 milione di euro e l'imposta è di appena il 4%. Per favorire un passaggio generazionale, credo giusto ridistribuire la ricchezza, un'imposta progressiva sui “vantaggi ricevuti”, accompagnata da un’eredità universale a favore dei giovani che compiono 18 anni.

Leggi tutto

Approvata la nuova Consulta comunale del verde

Comune di BolognaPer assicurare la partecipazione attiva dei cittadini nella gestione del verde pubblico e privato, abbiamo un nuovo strumento di confronto tra Enti, Associazioni, Comitati e tutti coloro che quotidianamente sono impegnati nella difesa dell’ambiente.

La Consulta del verde consentirà di creare un rapporto e una collaborazione permanente tra Comune di Bologna, Associazioni e Comitati ambientalisti, per la pianificazione, gestione, progettazione, tutela, valorizzazione e sviluppo del verde pubblico e privato in tutto il territorio comunale.

Credo importante affrontare la sfida climatica per uscire dalla crisi, e avere una economia sostenibile di lungo termine. E possiamo iniziare dalle città verdi per realizzare azioni concrete sul clima, coinvolgendo i cittadini. Nonostante le città coprano solo il 3% della superficie terrestre, sono responsabili del 75% delle emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, le stime demografiche prevedono una rapida crescita delle città. Nel 2050, l’85% della popolazione europea vivrà in aree urbane, per cui è urgente agire ora, coinvolgendo i cittadini.

Leggi tutto

Chiude l'orchestra Mozart, l'associazione di Abbado

Associazione Mozart 14C'è un altro silenzio che fa male alla nostra città. L'Associazione Mozart 14 di Bologna ha portato la musica in carcere e negli ospedali pediatrici. Nata per volontà di Alessandra Abbado, nel solco delle attività di musica per il sociale portate avanti dal padre, il celebre Claudio Abbado, dopo sette anni di attività, chiude come conseguenza della pandemia Covid-19.

Un'attività musicale e sociale rivolta alle persone più deboli,  bambini e adulti in situazione di difficoltà fisica e sociale, in ospedali e carceri.

Tra le tante attività realizzate, ricordo il Coro Papageno, formato dai detenuti della Casa Circondariale di Bologna, che si è esibito anche in Senato e in Vaticano, e il progetto Tamino che ha animato le corsie dei reparti pediatrici degli ospedali, con incontri di musicoterapia e laboratori terapeutici di canto e musica. Ricordo anche la collaborazione con Ezio Bosso.

Leggi tutto

Patrick Zaki compirà 30 anni in cella

È calato il silenzio su Patrick Zaki, rinchiuso in un carcere di massima sicurezza egiziano. Condannato, senza processo.

È il silenzio degli ignavi, su una vicenda drammatica che ci riguarda da vicino e che va avanti ormai da quasi 16 mesi. È un silenzio funzionale al regime egiziano, un silenzio che aiuta un governo repressivo a continuare a commettere violazioni dei diritti umani.

È passato oltre un mese da quando il Parlamento italiano ha impegnato il governo sulla cittadinanza e sul negoziato per attivare la Convenzione Onu contro la tortura. Il Parlamento ha votato in aprile, ma il Governo continua a tacere. Il Governo italiano non può lasciare morire lo studente di Bologna Patrik Zaki in carcere, per non pregiudicare gli “affari” tra Roma e il Cairo.

Patrick Zaki compirà 30 anni in cella

Se non fosse per la mobilitazione della società civile e il sostegno dei mezzi d'informazione, la drammatica situazione di Patrick Zaki rischierebbe di essere dimenticata.

Leggi tutto

29 anni fa la strage di Capaci. In ricordo del giudice Giovanni Falcone

Strage Capaci 1992Il 23 maggio del 1992, una carica di esplosivo sventrare l'autostrada Palermo-Mazara all'altezza di Capaci: la mafia uccideva il giudice Giovanni Falcone. Con lui morirono la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il 19 luglio dello stesso anno, questa volta in via D'Amelio, veniva ucciso il giudice Paolo Borsellino Con lui c'erano: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della polizia a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il 23 maggio e il 19 luglio sono le pagine più buie della storia di Palermo, ma segnano allo stesso tempo il risveglio della società civile che davanti a tanta barbarie inizia ad alzare la testa. Il 23 maggio è ormai da anni diventata la data simbolo della lotta alla mafia, per ricordare e rinnovare l'impegno per la legalità.

La pandemia ci ha fatto capire ancor più chiaramente che una società è in grado di affrontare le avversità solo se ciascuno di noi si sente responsabile e non rimane in silenzio.

Israele e Palestina, per la pace serve la politica

In questi giorni assistiamo per l'ennesima volta all'acuirsi del conflitto israelo-palestinese.Israele Palestina La situazione, che sembra non arrestarsi, sta provocando moltissime vittime. Pensare alla pace deve considerare:

  • che i palestinesi vivono ormai da anni in condizione di segregazione, situazione che anche Nelson Mandela non ha avuto timori a definire di apartheid;
  • che l'enorme differenza militare ed economica tra israeliani e palestinesi, il modo in cui gli israeliani affermano la loro forza, non possono che indurci a chiedere con altrettanta forza e decisione ad Israele di cessare i bombardamenti.

Una condanna non può che andare ugualmente alle bombe di una e dell'altra parte, così come il dolore per le vite perdute non può che essere ugualmente rivolto a israeliani e palestinesi, ma non possiamo non "vedere" la sproporzione delle vittime e della distruzione che consegue proprio a questa differenza di potere.

In nessun stato democratico può essere accettata una risposta così violenta ai danni della popolazione.

Cosa può fare il Comune di Bologna?

Da subito, una piccola grande cosa: permettere ai cittadini palestinesi di veder riconosciuta la propria cittadinanza, modificando il sistema informativo dell'anagrafe comunale. Così come accade per altre pubbliche amministrazioni, come Ministero e Poste, possiamo aggiornare il servizio di certificazione per permettere a un cittadino della Cisgiordania, che non risiede a Gaza, di veder riconosciuta la cittadinanza nei "territori palestinesi".