Non solo Riace, anche a Bologna l'accoglienza diffusa funziona

Vi racconto Bologna: quando la guida è un migranteL’inviato speciale dell’Onu per il Mediterraneo Vincent Cochetel, dopo aver visitato alcuni appartamenti che ospitano richiedenti asilo a Bologna, ha affermato che il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia (Sprar) è all’avanguardia rispetto a quello di altri paesi europei come Francia, Spagna e Grecia.

Da qualche mese Bologna ha convertito tutti i progetti di accoglienza in Sprar, cioè in progetti di accoglienza ordinaria, gestiti direttamente Comune, che non forniscono solo vitto e alloggio, ma accompagnano il richiedente asilo in un percorso d’inclusione, fatto di apprendimento della lingua italiana e formazione professionale. Ma a Bologna è presente anche il progetto Vesta con l’esperienza di accoglienza diffusa in famiglia, un servizio attraverso cui le famiglie e i singoli cittadini possono attivarsi in prima persona accogliendo rifugiati nelle proprie case. Abbiamo anche l’esperienza che vede coinvolte più di 100 famiglie in attuazione della legge Zampa sui tutor da affiancare ai minori stranieri non accompagnati (Msna).

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Bilancio partecipato 2018: al via i nuovi progetti dei cittadin

Anche quest’anno, per il secondo anno consecutivo, il Comune di Bologna mette a disposizione 1 ML di euro per progetti ideati dai cittadini all’interno dei laboratori di quartiere del Bilancio partecipativo. Nell’edizione 2017 hanno votato 14.580 cittadinie i progetti vincitori saranno realizzati entro il 2019. bp voto 2018

I cittadini hanno proposto 33 nuovi progetti del Bilancio partecipativo 2018, per migliorare il proprio quartiere, che ora saranno sottoposti al voto dal30 ottobre al 19 novembre: aree verdi, mobilità sostenibile, recupero di spazi ed edifici, beni culturali e naturalistici, vivibilità, accessibilità, sport, arte, sono gli obiettivi trasversali dei 33 progetti elaborati dai cittadini.

In questi anni di disaffezione dalla politica è necessario ricreare la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, individuando spazi di collaborazione. I cittadini devono essere messi in grado di partecipare e di ritornare protagonisti della città. Informare le persone, coinvolgerle in percorsi di co-decisione e collaborazione è essenziale per contrastare il degrado, creare coesione e solidarietà, rigenerare le periferie.

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Terra Verde: partecipazione e inclusione

Terra VerdeLe strade, le piazze e i giardini delle città sono luoghi di passaggio e svago, ma anche spazi di vita, dove si incontrano persone e si scambiano opinioni, culture, idee e esperienze.

Nell'ambito del progetto Idee Verdi da CondiVivere, sabato è stata inaugurata la nuova pista ciclabile trasformata in “Parco Artistico”, lungo la ciclabile tra le vie Donato Creti e Alessandro Algardi, grazie a 13 ragazzi dell'Associazione Terra Verde. Idee Verdi da CondiVivere è una esperienza formativa di “scuola-cantiere” che consente ai giovani in situazione di difficoltà di acquisire competenze in ambito edile e di manutenzione del verde, attraverso la costruzione di arredi urbani per fare più bella la nostra città, Bologna.

Il progetto nasce nel 2007, grazie all'Associazione Terra Verde Onlus (www.associazioneterraverde.it). Sono stati realizzati interventi architettonici nel Parco di Villa Angeletti, nel Giardino Marinai d'Italia, al Parco della Frutta in via dei Lapidari, edè stata costruita un'arena al Parco Pasolini del Pilastro, includendo giovani in difficoltà.

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Richiedenti asilo e lavoro

Bologna Si Cura

Sono 14.510 i richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria accolti in Emilia-Romagna. Di questi, 13.213 sono accolti nei Centri di Accoglienza straordinaria e negli Hub, e 1.297 nelle strutture del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Il maggior numero di richiedenti asilo è presente a Bologna: 2.435.

Con il progetto “Bologna Si-Cura”, hanno cominciato l’attività di volontariato 30 richiedenti asilo, provenienti da Nigeria, Burkina Faso, Gambia, Biafra, Senegal, Guinea, Pakistan e Costa D’avorio, che si sono offerti per attività di volontariato sul territorio per migliorare il decoro urbano della nostra città. Si tratta di piccoli interventi di cura e pulizia dei beni e degli spazi comuni urbani. Il progetto è finanziato con circa 10.000 euro dei costi assicurativi obbligatori e per la formazione. Dopo una prima fase di sperimentazione, si estenderà a tutto il centro storico, ai parchi pubblici e alle periferie dei quartieri e ha l’ambizione di occuparsi anche della pulizia dai cosiddetti “graffiti”.

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A Bologna un luogo dedicato a Federico Aldrovandi

Federico AldrovandiOggi il Consiglio comunale di Bologna ha deciso di approvare la mia proposta per intitolare un luogo pubblico della nostra città a Federico Aldrovandi, un luogo frequentato soprattutto dai giovani. Un luogo che può rappresentare una risposta alla domanda che anche quei ragazzi potranno farsi: chi era Federico Aldrovandi?

È importante continuare a sensibilizzare e promuovere l’informazione sugli abusi di potere delle forze dell’ordine e di qualunque soggetto in posizione dominante; organizzare e sostenere iniziative finalizzate alla promozione e al rispetto della legalità. E' importante continuare a tutelare la memoria di Federico Aldrovandi, per evitare offese e strumentalizzazioni.

Non dobbiamo infatti fare cadere il silenzio, è importante ricordare e raccontare la verità. Lo si deve a Federico, alla sua memoria ormai divenuta simbolo e a tutti quelli che in Italia si battono quotidianamente contro ogni tipo di abuso.

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Magliette rosse

Magliette rosse - 7 lugio 2018
Sabato 7 luglio 2019 ho partecipato alla manifestazione “Bologna Pride”.

Voleva essere una festa, ed una festa è stata. Una marcia anche per ricordare i migranti morti nel Mediterraneo, una marea rossa e arcobaleno per dire no a muri e divisioni e sì all'integrazione e ai diritti. Hanno partecipato più di diecimila persone, moltissimi giovani.

Una marcia per una Bologna accogliente e solidale, contro i muri ed il razzismo.

Il tema dell'immigrazione riguarderà le nostre vite per i prossimi decenni e credo sia importante costruire ponti non muri, anche con le parole. Credo importante far prevalere quello che unisce più di quello che ci allontana, promuovere il confronto e la più ampia condivisione possibile, realtà sociali e culturali insieme alle istituzioni.

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