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Longhena: come si migliora la qualità della scuola?

Longhena: come si migliora la qualità della scuola?L'articolo dell'insegnante Franco Lorenzoni sulle scuole Longhena di Bologna pubblicato su Internazionale  http://www.internazionale.it/opinione/franco-lorenzoni-2/2016/03/11/scuola-longhena-bologna  apre un dibattito sulla qualità della scuola: "A quanti quarti d’ora di gioco ha diritto un bambino che a 6 anni trascorre otto ore a scuola? Chi decide quanto può durare la sua ricreazione? E ancora: i bambini devono sperimentare a scuola solo spazi recintati o possono muoversi in libertà, imparando ad abitare spazi aperti?"

L’educazione non prevede di essere portata avanti “in provetta”, come si fa con gli esperimenti di laboratorio, l’educazione è un evento che non può che essere vissuto nella realtà e la realtà è costituita da esperienze.

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Gare al massimo ribasso, Bologna cambia strada

Gare al massimo ribasso, Bologna cambia strada Gare al massimo ribasso, Bologna cambia strada e chiede di garantire qualità e trasparenza nei servizi educativi. 

Il Consiglio comunale approva la mia proposta: i servizi educativi per i minori e le loro famiglie devono essere centrati sulla persona e il bene comune: è importante disincentivare ribassi e promuovere la qualità dei progetti. 
Il welfare non è un pezzo di mercato da conquistare e i servizi educativi sono una spesa utile.
 
 

Bologna, ennesimo suicidio in carcere

Bologna, ennesimo suicidio in carcereSono numerosi i detenuti che tentano il suicidio e che vengono salvati dagli agenti di polizia penitenziaria o dai compagni di cella, senza che la cosa faccia troppo notizia. 
Sono 889 le persone che, dal 2000 ad oggi, si sono suicidate in carcere in Italia.
Dal 2011 ad oggi, nel carcere della Dozza di Bologna, sono 3 le morti per suicidio. Dopo la morte di un uomo a novembre 2011 e di un ragazzo domenicano di 30 anni a novembre 2012, mercoledì un detenuto di 28 anni rumeno si è suicidato, impiccandosi alla porta del bagno della sua cella nel reparto di infermeria. È l'ennesimo dramma al quale purtroppo siamo ormai abituati. 

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Mafia Capitale: la cooperazione sociale è un'altra cosa

La vicenda delinquenziale di Mafia Capitale, con il coinvolgimento della cooperazione sociale in turbative d'asta e corruzione, concussione di politici e funzionari, in spregio alle condizioni di migranti e profughi che le stesse realtà apparentemente non profit dovevano tutelare, getta discredito anche su tante organizzazioni e operatori che fanno della solidarietà una scelta di vita e non una fonte di guadagno.Mafia Capitale: la cooperazione sociale è un'altra cosa

Dispiace constatare come una importante aggregazione di imprese sociali sia rimasta indenne da sospetti e controlli, anche interni al movimento cooperativo, che potevano prevenire le distorsioni nelle acquisizioni di rilevanti commesse pubbliche. Bene che questo sia venuto alla luce e che anche le cooperative sociali debbano dimostrare di essere coerenti con i valori e la mission dichiarata.

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Diritto al lavoro e diritto alla casa

Diritto al lavoro e diritto alla casa sono principi alla base della dignità di ogni persona, insieme al diritto al cibo, alla salute, alla istruzione, alla libertà.

Non è sufficiente però evocarli, i diritti, perché vengano garantiti. Servono condizioni economiche, sociali, culturali, e la volontà politica perché possano affermarsi. Non è sufficiente, per garantire il diritto alla casa e al lavoro, con l’emergenza abitativa e la disoccupazione dilagante che stiamo attraversando, invocare la legalità per risolvere le occupazioni di edifici dismessi da parte di disperati senza dimora o l’attivazione delle persone per trovare un lavoro. Non si può addebitare la colpa ai singoli di un problema collettivo.

da la repubblica

Ma, come spesso succede, risulta più semplice dichiarare la condivisione a principi e diritti senza fare lo sforzo per trovare mediazioni e soluzioni efficaci, per una esistenza dignitosa per chi non ha né una casa né un lavoro.

Non è, infatti, civile e umano che ci siano famiglie con bambini, genitori senza lavoro, senza casa, nell’indigenza, soprattutto in una città benestante come Bologna, nonostante la crisi. Così vengono meno tanti altri diritti, quando non si può garantire una alimentazione dignitosa ai bambini, l’educazione e l’istruzione che meritano, la possibilità di costruirsi un futuro migliore, e non già negativamente predestinato.

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Il dramma dei profughi deve interrogare i cittadini europei

Le centinaia di uomini, donne e bambini morti nelle acque del Mediterraneo in fuga da fame e guerre ci sconvolgono e ci indignano.

La strage in mare, dopo il naufragio avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 aprile al largo delle coste libiche in cui potrebbero aver perso la vita settecento persone, è la più grave della storia del Mediterraneo. Ma è anche l’ultima di una lunga serie. Da gennaio a oggi sono annegati in quel tratto di mare circa 1.600 migranti.

Dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo e cosa possiamo fare per organizzare il salvataggio dei profughi, per costruire un sistema di solidarietà e accoglienza europeo in grado di rispondere concretamente al dramma dei migranti.Migranti a Lampedusa -da livesicilia.it

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