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Longhena: come si migliora la qualità della scuola?

Longhena: come si migliora la qualità della scuola?L'articolo dell'insegnante Franco Lorenzoni sulle scuole Longhena di Bologna pubblicato su Internazionale  http://www.internazionale.it/opinione/franco-lorenzoni-2/2016/03/11/scuola-longhena-bologna  apre un dibattito sulla qualità della scuola: "A quanti quarti d’ora di gioco ha diritto un bambino che a 6 anni trascorre otto ore a scuola? Chi decide quanto può durare la sua ricreazione? E ancora: i bambini devono sperimentare a scuola solo spazi recintati o possono muoversi in libertà, imparando ad abitare spazi aperti?"

L’educazione non prevede di essere portata avanti “in provetta”, come si fa con gli esperimenti di laboratorio, l’educazione è un evento che non può che essere vissuto nella realtà e la realtà è costituita da esperienze.

Se non vogliamo che il dibattito sulle Longhena sia un'occasiome sprecata, credo che i temi sollevati dagli eventi documentati e commentati con competenza ed equilibrio nell'articolo costituiscano un'occasione da non sprecare per riprendere a riflettere sui temi e sulle esperienze educative, un impegno che è stato centrale nella nostra città e nel nostro paese negli anni in cui si era impegnati a progettare pensando al futuro e si era meno prigionieri del presente e del consenso. La scuola bolognese è nata a seguito di un percorso di cittadinanza attiva. È stata pensata insieme: istituzioni, insegnanti, genitori, associazioni, università.

Rispetto ai temi in discussione, mi sembrano fondamentali quelli di una didattica che accompagni i bambini ad appassionarsi alla ricerca delle conoscenze e che ne richiami la responsabilità coinvolgendoli.
Sono questi due riferimenti per una valutazione della qualita di un'istituzione educativa.

Una valutazione che non si limiti a quanto gli alunni sappiano rispondere ai test, una valutazione che non può essere "burocratica" e prigioniera di orari e recinzioni. Credo che sia questa la differenza fra apprendimento e addestramento, e credo che siano tante le scuole e gli insegnanti a Bologna che hanno questo riferimento nella loro pratica quotidiana. Insegnanti che non si limitano alle nozioni che un bambino ha rispetto ai temi proposti, ma che educano al pensiero critico nei bambini, insegnano a incontrare l’esperienza reale e a riflettere su di questa.

Il gioco, la ricreazione, gli spazi aperti, la libertà di insegnamento, credo che siano occasioni per imparare, gli adulti insieme ai bambini.

Sulla qualità della scuola, il Comune di Bologna deve difendere e creare le condizioni che consentono alle scuole della nostra città di formare buoni cittadini, pensanti e capaci di scegliere anche criticamente, attenti a difendere i propri meriti ma anche a perseguire obiettivi comuni, a collaborare con gli altri anche se più deboli, lenti o meno capaci. La scuola contribuisce al futuro sociale e civico, non forma solo “scolari” ma anche cittadini attivi. La scuola è un investimento per il futuro, un investimento anche per lo sviluppo sociale, civico e politico.