Riqualificazione urbana, nuova vita al Villaggio Portazza

Era chiuso da oltre trent’anni e oggi, finalmente, si avvia verso una nuova vita, ponendosi come modello di collaborazione e partecipazione per tutta Bologna. Dopo mesi di lavoro di squadra, che mi ha visto personalmente coinvolto insieme a cittadini, associazioni come Architetti di strada, il Quartiere Savena, il Comune e Acer, è stato firmato il patto di collaborazione che mette a disposizione dei cittadini gli spazi dell’ex centro civico in via Pieve di Cadore.

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L’ex centro civico è stato edificato nel 1962 nel cuore del Villaggio Portazza, il complesso Ina Casa che allora si trovava in posizione del tutto periferica rispetto alla città. L’intento era favorire il processo di socializzazione, condivisione e partecipazione degli assegnatari degli alloggi. In realtà non è mai stato utilizzato con questo scopo: per un po’ è stato una scuola elementare per poi essere definitivamente chiuso nel 1984.

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Dagli ecopannolini al recupero urbano con Eta Beta

Ho conosciuto Eta Beta cinque anni fa, nella mia prima campagna elettorale. Eta Beta è una cooperativa sociale che nasce come associazione di artisti e nel tempo è arrivata a occuparsi di percorsi riabilitativi e per l’inserimento lavorativo di persone in carico in situazione di disagio.

Eta Beta

Uno dei progetti di Eta Beta si chiama “Lavanda” ed è un servizio di noleggio e pulizia di pannolini ecologici. Il servizio, avviato nel 2009 come sperimentazione, dal 2012 è stato adottato dal Comune dopo l’approvazione di un mio Ordine del giorno in Consiglio comunale e ora rifornisce anche 6 nidi di infanzia comunali della nostra città. Così si riducono i rifiuti, si fa bene all’ambiente, si risparmia e si crea anche occupazione per chi è svantaggiato.

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Primo maggio, un lavoro per tutti

Con il Primo maggio è giusto, quasi scontato, parlare di diritti e di lavoro. Io voglio farlo a partire dai più deboli, che proprio nel lavoro possono trovare una grande occasione di riscatto. È per questo che nel Consiglio comunale di Bologna mi sono battuto per far approvare il nuovo regolamento sugli appalti pubblici con le clausole sociali, che prevede che nelle gare di Palazzo d'Accursio venga riservata una percentuale di spesa di almeno il 5% per l'affidamento di beni e servizi a cittadini in difficoltà per cause fisiche, psichiche o sociali.

Primo maggio

Un esempio? Con l’ultimo bando quinquennale da 42 milioni di euro per la manutenzione del verde pubblico, 2,5 milioni di euro sono serviti per sostenere l'inserimento lavorativo e contrastare il disagio e la fragilità. Ne hanno beneficiato più di 100 persone: disabili, ma anche disoccupati di lungo periodo, ultracinquantenni “esodati” e genitori soli con figli.

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Giornata contro l’amianto, a Bologna un piano contro la fibra killer

 Oggi è la Giornata internazionale per ricordare le vittime dell’amianto. Nonostante siano passati più di 20 anni dalla sua messa a bando, in Italia di amianto si continua a morire: le vittime sono almeno tremila, un carico di dolore a cui si aggiunge un costo sociale di oltre 500 milioni di euro. Ogni anno. Soldi che basterebbero a coprire la bonifica dei siti a più alto rischio come scuole, ospedali, edifici pubblici, impianti sportivi.

Copertura di amianto

Per eliminare l’amianto dalla nostra città ed evitare altre morti, a Bologna ci siamo mossi e, grazie a un percorso partecipato partito nel 2013 da una mia proposta in Consiglio comunale, dallo scorso marzo abbiamo un Piano comunale per la bonifica dell’amianto. Un progetto concreto, che guarda al futuro e alle nuove generazioni. Come prima azione, quest’anno saranno verificate e bonificate le coperture degli edifici in prossimità delle scuole. L’obiettivo è avere Bologna libera dalla fibra killer entro il 2028.

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I detenuti-agricoltori coltivano la terra in carcere

Leggo oggi su Repubblica questa notizia  http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/04/26/news/bologna_i_detenuti_diventano_agricoltori-138526987/, una bella iniziativa che non deve restare isolata.I detenuti-agricoltori coltivano la terra in carcere (la Repubblica)
Durante questo mandato più volte mi sono occupato di carcere, e mi sono dato da fare per reintrodurre l'anagrafe e il servizio sociale proprio dentro la Dozza. Il carcere non può continuare a rimanere uno spazio separato, una terra di confine senza relazioni con la città. Non dimentichiamolo. Il carcere, poi, è anche luogo di morte: l’ 8 novembre 2012 si è tolto la vita nel carcere bolognese della Dozza José Gonzales Torres, un dominicano di 31 anni.  Su questo episodio ecco l’intervento che ho fatto nel Consiglio Comunale di Bologna.