Inclusione

Art.3 della Costituzione della Repubblica Italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Per misurare la qualità di vita di una società, rispetto a indicatori tradizionali fondati sul livello del Pil pro-capite, è necessario passare a standard morali, etici. Occorre conoscere che cosa le persone sono in grado di fare ed essere in una particolare società, non quale sia il livello di ricchezza e non solo come questa sia distribuita (livello di disuguaglianza). Il modo in cui è organizzato l’ambiente e l’insieme delle regole sociali non devono aggiungere ulteriori vincoli. È importante riflettere non solo sui diritti ma anche sui bisogni, sulla possibilità che le capacità delle persone possano essere sviluppate e quindi esercitate.

La questione, oggi, è quindi di sapere ricostruire dal basso un modello di sviluppo che sia sostenibile e rispettoso della dignità della persona, in grado di accogliere le differenze e farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare in alcuni momenti della propria esistenza.