Le porte delle carceri non devono rimanere chiuseGentile Presidente, anche il Parlamento europeo, chiede all'Italia di garantire i diritti delle persone private della libertà personale e combattere il sovraffollamento nelle carceri. Lo testimoniano anche le numerose sentenze di condanna inflitte all'Italia dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per la mancanza di "spazio vitale" nelle celle, i trattamenti "inumani e degradanti" cui i carcerati sono spesso sottoposti, i tempi della giustizia penale, il numero di detenuti in attesa di giudizio.

La scorsa settimana, il Consiglio d'Europa si è espresso sulla situazione dei detenuti, sottolineando l’urgenza di proteggere i loro diritti durante la pandemia. L'esplosione del Covid-19 ha reso infatti esplosiva una situazione già drammatica e i provvedimenti promossi dal Governo sono ancora insufficienti.

Rappresentanti dell'avvocatura, magistrati di sorveglianza, garanti dei detenuti, sindacati dei lavoratori della polizia penitenziaria, oltre a presidenti emeriti della Corte costituzionale e lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedono di intervenire perchè le condizioni di vita nelle carceri e la prossimità tra i detenuti sono fattori che possono agevolare il contagio fino a portare alla morte (come accaduto a Bologna), mentre dovremmo tutti riflettere sull'importanza del rispetto costituzionale del "fine rieducativo della pena".

ll problema delle carceri deve essere una delle priorità della politica, non solo a livello nazionale ma anche locale, perché la situazione è davvero esplosiva.

Nel carcere di Bologna la situazione è sempre più pesante. L’esito dei tamponi, a cui sono stati sottoposti una ventina di detenuti, con esito positivo per dieci di loro, è molto preoccupante: circa il 50% di positivi.

Il Comune di Bologna è impegnato sui temi dell’esecuzione penale adulti e minori con Udienze conoscitive, Ordini del giorno e visite presso la Casa circondariale di Bologna e l’Istituto penale minorile. Ma sosteniamo anche molto progetti all'interno della Casa Circondariale di Bologna: l'esperienza musicale del coro diretto dal maestro Napolitano; il laboratorio sartoriale, operante all’interno della sezione femminile; il laboratorio per il trattamento di materiali elettronici, l'officina meccanica FID promossa dalle imprese metalmeccaniche bolognesi IMA, GD e Marchesini Group, il progetto Non solo Mimosa, Cinevasioni il primo festival del cinema in carcere, il Polo universitario e la biblioteca.

Gentile Presidente, dobbiamo ridurre il sovraffollamento, prima che la situazione possa diventare ingestibile mettendo a rischio la sicurezza pubblica. Le carceri in questo momento sono luoghi chiusi, dove non è possibile  mantenere una distanza minima di sicurezza o sanificare gli ambienti, quindi non è possibile il rispetto di alcun protocollo sanitario.

La Cassa Ammende ha stanziatiato 5 milioni di euro per l'emergenza Covid-19 (410mila euro per la Regione Emilia-Romagna), per il  reperimento di alloggi pubblici o privati di cura, di assistenza o accoglienza delle persone in stato di detenzione o sottoposte a provvedimenti giudiziari limitativi della libertà personale.

Credo che occorra uno sforzo ulteriore da parte nostra per individuare quali azioni, anche a livello locale, possiamo mettere in campo come amministrazione comunale per ridurre il sovraffollamento e garantire sicurezza a tutta la comunità carceraria, personale e uomini e donne detenute.

Per queste ragioni, presento un Ordine del giorno insieme a colleghi del gruppo del Partito democratico, chiedendone la trattazione urgente, per chiedere che:

  • si proceda rapidamente allo screening della popolazione detenuta, degli operatori della polizia penitenziaria e del personale sanitario e civile, mediante somministrazione di tamponi o di test sierologici;
  • si provveda alla rapida fornitura di dispositivi di protezione individuale in quantità sufficiente per personale e detenuti;
  • si proceda alla tempestiva individuazione di alloggi di transizione per i detenuti che possono accedere alla detenzione domiciliare, ma non hanno la disponibilità immediata di un domicilio idoneo;
  • si individui una collocazione immediata al di fuori della Casa circondariale di Bologna per madri e bambini che si trovano tuttora ristretti;
  • si avvii, tramite il Comitato locale per l’Area dell’Esecuzione penale, una riflessione su come avviare la fase 2 del Covid-19 nell’ambito della Casa circondariale e, quando la situazione sanitaria lo consentirà, come organizzare la ripresa delle attività educative e lavorative;

Naturalmente, senza dimenticare i necessari lavori di riqualificazione della Casa Circondariale di Bologna e l’adeguamento degli organici della Polizia penitenziaria, degli educatori e del personale amministrativo.

Gentile Presidente, quando la vita di un detenuto è nelle mani dello Stato, lo Stato ha il dovere di tutelarla. E, a livello locale, possiamo e dobbiamo naturalmente fare la nostra parte.

Invio alla Segreteria generale e alla Presidenza la proposta di Ordine del giorno.

 OdG per chiedere di garantire il miglioramento delle condizioni strutturali e degli ambienti di vita e di lavoro all’interno della casa circondariale di Bologna OdG per chiedere di garantire il miglioramento delle condizioni strutturali e degli ambienti di vita e di lavoro all’interno della casa circondariale di Bologna