Per la liberazione di Aung San Suu Kyi e del popolo birmano

Per la liberazione di Aung San Suu Kyi e del popolo birmanoIeri, i militari hanno ripreso il potere in Myanmar, dopo aver dichiarato lo stato di emergenza.

Dobbiamo sostenere il rispetto della legalità in Birmania e della volontà popolare, e chiedere l'immediata liberazione Aung San Suu Kyi e di tutti gli altri prigionieri politici.

Aung San Suu Kyi è agli arresti domiciliari. Molti altri arresti sono ancora in corso: il Presidente della Repubblica, il Governo e il Parlamento, il Ministro degli Stati Etnici, i collaboratori di Aung San Suu Kyi, attivisti del partito della Lega Nazionale per la Democrazia, capi del movimento degli studenti. Un golpe in piena pandemia. Il nuovo Presidente del Myanmar è il capo dell’Esercito Generale.

Il popolo è come sequestrato: bloccati i telefoni, le tv salvo quella dei militari, internet, chiuse le banche. In molte zone del Myanmar la gente non sa nulla di quello che sta accadendo.

Il Myanmar è stato controllato dai militari dal 1962, anno del golpe che ha instaurato la dittatura dei generali. Nel 1990 Aung San Suu Kyi è stato posta agli arresti domiciliari per la sua attività di opposizione al regime e richiesta di libera elezioni. Colpito da sanzioni internazionali, nel 2008 I militari hanno iniziato a cedere, concedendo timide aperture. Una transizione democratica è iniziata nel 2011, con le elezioni che hanno visto trionfare Aung San Suu Kyi e il suo partito. Adesso il Paese è di nuovo sotto il controllo dei militari.

La comunità internazionale sta reagendo e chiede il rilascio degli arrestati.

L'Alto rappresentante per la politica estera dell’UE Borrell ha affermato che è stata violata la costituzione e che l’UE è in contatto con i partner internazionali per una risposta coordinate. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha condannato l'accaduto, invitando a “rispettare i risultati delle elezioni e ripristinare la democrazia”, oltre a rilasciare le persone arrestate.

E noi cosa possiamo fare? Dobbiamo chiedere che la nostra concittadina Aung San Suu Kyi sia liberata subito. E che siano liberati subito tutti gli arrestati. Che sia liberato il popolo birmano che ha scelto la democrazia e che ha diritto di viverla.

La democrazia è in difficoltà nel mondo. Quando si svegliano energie nuove e un bisogno più forte di libertà e di giustizia, un bisogno di democrazia, il male reagisce. Questo è il tempo delle coscienze forti, ovunque nel mondo.

Gentile Presidente, mercoledì prossimo, 3 febbraio, è in programma la prosecuzione della Commissione in udienza conoscitiva sulla situazione in Birmania e mi impegno a presentare una proposta di Ordine del giorno per chiedere di sostenere il rispetto della legalità, la volontà popolare e l'immediata liberazione Aung San Suu Kyi e di tutti gli altri prigionieri politici. Una proposta che spero possa essere approvata presto, durante i lavori del Consiglio comunale di lunedì prossimo.