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Vicini D’Istanti: il laboratorio di sartoria sociale per sostenere le sardine e l’integrazione dei migranti

Sardine di stoffa africana per autofinanziare il movimento delle «Seimila sardine» e lo sportello della Caritas per l’accoglienza dei migranti rifugiati.

Acquistando una sardina (http://vicinidistanti.com) è possibile anche sostenere la sartoria sociale dell’Associazione Vicini D’Istanti, nata per promuovere inclusione e integrazione socio-lavorativa delle persone richiedenti asilo e dei rifugiati, e per incentivare occasioni di conoscenza e scambio culturale.Vicini D’Istanti: il laboratorio di sartoria sociale per sostenere le sardine e l’integrazione dei migranti

Grazie al laboratorio sartoriale, l’Associazione Vicini D’istanti promuove intrattenimento (allestimento e organizzazione di eventi, sfilate, laboratori creativi) e formazione (corsi di italiano, di alfabetizzazione informatica, pre-patente, corsi di sartoria).

La sede dell’Associazione in via San Mamolo 139 è uno spazio di condivisione, creatività e promozione sociale. Il laboratorio di sartoria utilizza materiali di recupero, stoffe italiane e africane: una contaminazione di competenze e stoffe, culture, stili e linguaggi.

L’esperienza del progetto di sartoria dell’Associazione Vicini D’istanti costituisce un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo che consente di realizzare una città e contesti di vita più inclusivi, in rado di valorizzare le persone e le risorse della nostra comunità, dal punto di vista sociale, culturale e educativo.

Anche il movimento delle sardine è un bel l’esempio d’impegno politico, di partecipazione politica che ha a riferimento la nostra Costituzione: giovani e meno giovani, insieme: a Roma, più di centomila persone hanno invaso piazza San Giovanni per contrastare populismi e sovranismi, e chiedere « serietà nella politica» italiana.

Per questi motivi, credo naturale questo incontro: le «Seimila sardine» e l’Associazione «Vicini D’Istanti» si impegnano per costruire una comunità più inclusiva, promuovendo partecipazione e assumendosi la responsabilità di contribuire a costruire una « buona politica».