Riapre via Mattei: dobbiamo coinvolgere la rete solidale che a Bologna lavora per l’inclusione

via mattei ex cieDa Centro di identificazione ed espulsione (CIE), con condizioni di vita (e di lavoro) inaccettabili, a Hub regionale dove fare vera accoglienza per profughi e richiedenti asilo. Quella per la chiusura del CIE di Bologna è stata una delle battaglie più intense, iniziata nel mandato precedente, dopo le denunce di Medici per i diritti umani e della Garante delle persone detenute in Emilia-Romagna.

Con la chiusura del CIE, Bologna ha costruito un progetto di accoglienza diverso, un sistema di accoglienza diffusa che crea integrazione e garantisce diritti e umanità a chi ha bisogno di protezione e che permette di superare la logica emergenziale e di coinvolgere tutti gli enti locali del nostro territorio.

Oggi, come conseguenza dei decreti sicurezza, l’Hub di via Mattei diventa un Centro di accoglienza straordinario (CAS) che potrà ospitare fino a 200 persone. I decreti sicurezza smantellano infatti il sistema di accoglienza diffusa (Sprar) gestito dai Comuni che permetteva una vera integrazione delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, e impongono il ritorno ai grandi centri di accoglienza (CAS) gestiti dalla Prefettura con carattere di straordinarietà ed emergenza.

Gentile Assessore, non c'è nessuna emergenza immigrazione ma soltanto un clima di paura e di rabbia sociale alimentato per raccogliere un facile consenso. Secondo i dati del Ministero e della Regione, i migranti accolti negli ultimi tre anni sul nostro territorio sono calati drasticamente, passando da 14mila a 9.500 nella nostra regione (poco più di 2mila nell’area metropolitana). I migranti calano perché calano le partenze e perché aumentano i morti in mare.

Bologna è tra le città che più ha investito nei progetti Sprar, garantendo percorsi di integrazione e autonomia, e dimostrando come sia possibile fare politiche e azioni concrete di accoglienza e di cittadinanza per tutti.

L’Hub di via Mattei oggi riapre come Centro di Accoglienza Straordinario (CAS), gestito dalla Prefettura.

Credo che l’Amministrazione della nostra città possa continuare a valorizzare il sistema di accoglienza diffusa, coinvolgendo la rete solidale che a Bologna lavora per l’inclusione (https://www.bolognacares.it/).

Possiamo valorizzare la rete di centri sociali, operatori dell’accoglienza, sindacati, associazioni di volontariato e cittadinanza, per continuare a garantire le misure di integrazione sociale (corsi di lingua, corsi professionali, orientamento al lavoro, informazione legale, ecc.) e servizi essenziali come l’assistenza sanitaria, per continuare a garantire l’integrazione sociale e il rispetto dei diritti delle persone.


Risposta dell'assessore Barigazzi, letta in aula dall'assessore Priolo

"Gentile consigliere,
il Decreto legge 113/18, cosiddetto decreto Salvini, ha abrogato la norma che consentiva il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari e ha riformulato il diritto all'accesso al sistema di accoglienza Sprar, ora Siproimi, impedendo l'inserimento al suo interno delle persone richiedenti asilo, per i quali l'unico sistema di accoglienza previsto è all'interno dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) gestiti dalle Prefetture.

In conseguenza di ciò il sistema per l'accoglienza ordinario (Siproimi), gestito dai comuni italiani, è stato limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati.

Ribadiamo dunque un giudizio fortemente negativo sul decreto prima richiamato e il nostro impegno a preservare, per quanto possibile, il disegno di accoglienza diffusa e di integrazione realizzato in questi anni, sottolineando che Cas di grandi dimensioni ovviamente non lo favoriscono. L’apertura del Cas Mattei sul territorio bolognese - la cui procedura relativa all'affidamento dei servizi di accoglienza presso il centro di via Mattei si è conclusa con l'aggiudicazione al consorzio di cooperative L'Arcolaio, in data 30 ottobre - consentirà comunque di accogliere persone nella condizione di richiedente asilo con una capacità ricettiva ben lontana dai numeri del precedente Hub regionale ma tale da perseguire l'obiettivo di ridurre il numero delle persone che, proprio perché in tale condizione, rischierebbero di entrare nei circuiti della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, con una grave ripercussione sul nostro territorio.

Infine assieme al collega Marco Lombardo porteremo attenzione al problematiche occupazionali e del lavoro con la ripresa, in data già decisa, del Tavolo metropolitano dedicato".

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