Un nuovo Protocollo Appalti per Bologna

Un nuovo Protocollo Appalti per BolognaLe gare d’appalto con competizione al ribasso, soprattutto nei servizi sociali, educativi e culturali, con risposte a basso costo che comportano il rischio di precarizzazione e dequalificazione del lavoro, sono una prospettiva disastrosa. Dobbiamo promuovere invece gare centrate su criteri qualitativi: ambientali, sociali, e per la salute e sicurezza dei lavoratori. Il "prezzo più basso" non deve più essere un fattore determinante per l'assegnazione dei contratti, deve invece essere premiata la tutela dell'occupazione e delle condizioni di lavoro, la salvaguardia dell’ambiente e gli aspetti sociali, la qualità del servizio al cittadino.

Con il nuovo protocollo appalti, il Comune di Bologna vuole contrastare il lavoro precario e le infiltrazioni mafiose, e inserisce una clausola sociale per la salvaguardia dei diritti acquisiti dei lavoratori e una clausola di "protezione sociale" per l'inserimento di persone in situazione di svantaggio, ma decide anche di eliminare le gare al massimo ribasso.

Il percorso, già iniziato nel 2015, vede la partecipazione e la firma di tutti i soggetti coinvolti: Comune, associazioni delle imprese e organizzazioni sindacali. Dalle gare al massimo ribasso oggi passiamo all'offerta economicamente più vantaggiosa per gli affidamenti ai servizi. Le aziende non avranno più come unico criterio il prezzo, ma dovranno proporre legalità e qualità delle condizioni dei lavoratori.

Il nuovo Protocollo è innovativo e permette di promuovere lo sviluppo degli appalti pubblici in modo socialmente responsabile, come nuovo modello di governance del Comune di Bologna. Legalità, trasparenza, qualità, inclusione, sicurezza, sono le parole che dovranno naturalmente tradursi in azioni concrete, per i lavoratori e i cittadini.

Il Consiglio comunale dovrà naturalmente monitorare l’attuazione del nuovo protocollo, a cominciare dalle prossime gare sulla manutenzione del verde urbano e delle strade, ma anche sui servizi educativi, sociali e culturali. E dovremo essere capaci di verificare anche il lavoro delle nostre aziende partecipate, a cominciare dalla prossima gara di Atersir che assegnarà la gestione dei servizi integrati dei rifiuti urbani.