Siamo sulla stessa barca

Più di duecento persone sono scese in piazza, giovedì sera a Bologna, per esprimere solidarietà ai 42 migranti trattenuti a bordo della Sea Watch 3 e alla loro “Capitana” Carola Rackete. Per provare a cambiare questa politica. Una parte dei partecipanti al presidio ha voluto lanciare un messaggio ulteriore, trascorrendo la notte per terra, sul sagrato della basilica di San Petronio, come è avvenuto a Lampedusa, dove i cittadini per più notti hanno dormito all’aperto per condividere con i migranti la stessa situazione di “disumanità”.Siamo sulla stessa barca - Presidio Sea Watch 3

È stato emozionante vedere la reazione della città di Bologna e sentirsi uniti in questa testimonianza: per una notte “Sulla stessa barca!”.

La protesta ha visto la mobilitazione e la partecipazione di una vasta rete di realtà che quotidianamente lavorano in città per l’inclusione: Libertà era restare – APS, Scuola ByPiedi Marina Gherardi, Famiglie Accoglienti, Refugees Welcome Italia, Legambiente Bologna, Il manifesto in rete, ExAequo, Libertà e Giustizia Circolo di Bologna, Città Comune, Chiesa Metodista di Bologna e Modena, Francesco Errani (Consigliere Comunale Bologna), ARCI Bologna, Libera Bologna, Amnesty International, Mani Tese Bologna, l’Altro Diritto Bologna, Marco Trotta (Consigliere Quartiere S. Vitale – S. Donato), AILeS, Camilla (Emporio di Comunità), Associazione Spazi Aperti, Pax Christi, CGIL Bologna, Associazione Vicini d’Istanti, Archivio Paolo Pedrelli, Coalizione Civica Bologna, Donne in nero, Radicali Italiani, Laici Missionari Comboniani, ANPI provinciale Bologna, Portico della Pace, Aprimondo Centro Poggeschi, Mediterranea, Ya Basta, MSF Bologna, Lesbiche Bologna, Avvocato di Strada, Cassero LGBTI Center, Piazza Grande, Comitato Bologna Pride, Associazione Gay Lex, Associazione Orlando, SeaCoop Imola, Uil Emilia-Romagna, Uil Bologna, Circolo ACLI Giovanni XXIII Bologna.

Dopo 14 giorni la comandante della SeaWatch3 ha deciso di forzare il blocco ed entrare nel porto di Lampedusa per portare in salvo 42 naufraghi. Una scelta drammatica ma necessaria. E l'arresto di Carola Rackete disonora il nostro Paese. Con il cosiddetto decreto sicurezza bis, il Governo italiano continua a colpire chi vuole salvare vite umane. Abbiamo reso legale l'omissione di soccorso, fingendo una minaccia da parte di equipaggi generosi e di migranti inoffensivi. E abbiamo reso illegale il soccorso.

È fuori da ogni logica costituzionale e non è umanamente accettabile.

Assistiamo all’esibizione della forza contro i più deboli e indifesi, contro famiglie e persone che fuggono da condizioni di povertà o guerre. Il soccorso in mare è un obbligo, come anche la sicurezza delle persone soccorse. Sono necessari sforzi per sviluppare un approccio regionale e europeo alla gestione del soccorso nel Mediterraneo, per assistere le persone in fuga da guerre, violenza e persecuzione.

E credo sia importante non restare indifferenti di fronte alla violenza di questo Governo, che piano piano rischia di cancellare i valori fondanti di giustizia e solidarietà della nostra Costituzione. Bologna ha dimostrato di non volersi rassegnare alla disumanità, e si è unita alle iniziative di solidarietà organizzate in tutta Italia.

A Bologna possiamo costruire una politica migratoria di accoglienza e solidarietà in grado di garantire sicurezza per tutti. Occorre rafforzare e costruire una rete di solidarietà in grado di opporsi a questo Governo che calpesta i diritti umani e i principi della nostra Costituzione.

https://www.democratica.com/focus/sea-watch-bologna-si-schiera-si-dorme-strada-solidarieta/

 

SULLA STESSA BARCA SULLA STESSA BARCA

 

SOSTEGNO ALL’EQUIPAGGIO DELLA SEA WATCH 3 E A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE DI SOCCORSO IN MARE. SOSTEGNO ALL’EQUIPAGGIO DELLA SEA WATCH 3 E A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE DI SOCCORSO IN MARE.