Migranti, ipocrita chi critica le Ong per cercare un facile consenso

Alle ambigue accuse di "buonismo" rivolte a chi soccorre i disperati e ne salva le vite, provenienti da politici che usano i migranti come terreno di scontro in cerca di facili consensi, credo importante dare risposta.

Migranti, ipocrita chi critica le Ong per cercare un facile consenso - fonte: www.agi.it

Nel canale di Sicilia, durante la Pasqua sono stati salvati decine di migranti: da venerdì a domenica sono state circa 8.300 le persone soccorse nelle acque del Mediterraneo in 55 diverse operazioni, condotte da navi militari o da Ong. Diverse le donne incinte, molte delle quali vittime di violenze, e sette i migranti trovati morti, tra cui proprio una donna in gravidanza. Nella giornata di Pasqua a Reggio Calabria una nave di Medici Senza Frontiere ha soccorso 649 migranti (tra loro 63 donne e 4 bambini piccoli), e numerose sono state le operazioni di salvataggio anche della nostra Marina Militare. Sono stati fermati e arrestati dalla polizia quattro scafisti.

Chi è ipocrita sulla questione dei salvataggi in mare dei migranti? Le Ong ma anche la marina italiana e Frontex perché effettuano i salvataggi o chi fa finta di non vedere che premono alle porte dell’Europa centinaia di persone disperate in fuga da fame e guerre?

È importante controllare le Ong che effettuano i salvataggi e verificare il lavoro di chi si occupa dell’accoglienza, denunciando chi lucra sull’accoglienza dei migranti sia nei luoghi di partenza che nei luoghi di arrivo. Ma bisogna anche chiedersi perché è stato lasciato loro questo spazio, invece di riempirlo con un’efficace politica europea, come si era promesso quando fu chiusa l’operazione Mare Nostrum.

Le Ong impegnate nei soccorsi, da Medici senza Frontiere a Save the Children, stanno salvando la vita a centinaia di persone. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, nel 2015 i morti nelle acque del Mediterraneo sono stati circa 3.500 e 4.700 nel 2016. Anche Papa Francesco durante la Pasqua ha chiesto di soccorrere i nuovi schiavi, i bimbi sfruttati, i migranti. E ha denunciato il divario tra ricchi e poveri, la crescente disuguaglianza “globale”.

È sicuramente ipocrita chi fa finta di non vedere i rischi del nostro sistema di accoglienza, europeo e italiano. Ma anche chi denuncia senza prove e senza proporre alternative, salvo forse il respingimento in mare o la costruzione di muri.

Il dramma dei profughi deve interrogare invece i cittadini europei. Dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo e cosa possiamo fare per organizzare il salvataggio dei profughi, per costruire un sistema di solidarietà e accoglienza europeo in grado di rispondere concretamente al dramma dei migranti. Fino alla fine del 2014 erano in attività i mezzi di “Mare Nostrum”, l’imponente operazione di ricerca e soccorso del governo italiano, dopo il duplice naufragio a largo di Lampedusa che costò la vita a 600 migranti. Terminata “Mare Nostrum” è seguita l’operazione “Triton”, coordinata dall’agenzia europea Frontex con risorse e obiettivi più limitati.

Consapevoli della situazione drammatica che vivono migliaia di persone in Medio Oriente, l’Unione Europea dovrebbe lanciare una grande operazione di soccorso in mare al largo della Libia e garantire canali legali di accesso ai profughi in fuga da guerre e persecuzioni che non hanno altra possibilità che salire sui barconi della speranza, pronti a tutto pur di approdare sulle nostre coste. In alternativa, l’unica soluzione per limitare il flusso di migranti è impegnarsi a risolvere i conflitti che sono all’origine delle guerre e lavorare per migliorare le condizioni di vita del sud del mondo.

Come Amministratori locali e cittadini europei abbiamo anche noi una grande responsabilità. Dobbiamo lavorare per rafforzare l’unità politica dei paesi dell'Unione Europea, per costruire una politica estera comune: un’Europa politica e un governo europeo.

Dobbiamo anche impegnarci a spiegare ai cittadini e all'opinione pubblica che è necessario costruire un Europa solidale e un vero sistema di accoglienza per chi fugge da fame e guerre, un sistema per accompagnare le persone verso una situazione di legalità, riconoscendo i diritti sociali e civili a tutti i cittadini.