Il Pratello, una risorsa per la città

Carcere PratelloLunedì 1 ottobre 2012 il consigliere comunale Pd Francesco Errani ha presentato un intervento di inizio seduta in merito al sovraffollamento nelle carceri con particolare riferimento al carcere minorile del Pratello.

Il consigliere Errani, tra l'altro, ha illustrato i progetti attualmente in corso presso il carcere minorile a sostegno dei detenuti e a favore del recupero e reinserimento nella società dei singoli.

In allegato, una breve rassegna stampa relativa alla situazione drammatica della Dozza.

Di seguito il testo dell'intervento:

Il Pratello, una risorsa per la città.

È difficile, soprattutto per chi fa politica e prova a ricercare soluzioni, trovare risposte di fronte all'ennesimo episodio drammatico, il tentativo di fuga di due giovani reclusi nel carcere minorile di Bologna. Non è in discussione il diritto-dovere di pagare la pena, ma occorre denunciare la mancanza di una prospettiva futura per giovani che sono sotto le macerie di vita, cittadini fragili senza un futuro. È paradossale la situazione del sistema carcerario italiano, quando la maggioranza dei reati potrebbero prevedere la domiciliazione o l'inserimento in comunità, così come prevede il codice penale. I minori presenti oggi al Pratello sono 22, più del 80% sono stranieri provenienti in prevalenza dal nord Africa. Molti detenuti hanno problemi legati alle tossicodipendenze e quindi a reati connessi all'uso di sostanze, alcuni sono giovani con problemi di disagio psichico. Di fronte al calo di risorse e alla carenza di personale (agenti ed educatori) siamo oltre l'emergenza. In questa situazione, nessuna socializzazione è possibile, ma esiste il rischio di rottura dei fragili legami sociali e diventa difficile l'avvio di un trattamento socio-educativo così come previsto dall'ordinamento penitenziario.
Cosa può fare il Comune di Bologna? Riprendere il governo politico in tema di esecuzione penale e riattivare in tempi brevi il Comitato locale per l'area dell'esecuzione penale, per mettere a sistema le risorse e competenze di Bologna, promuovendo il coinvolgimento delle realtà del territorio e la partecipazione della società civile. Pensiamo all'Uisp con le attività sportive, ai percorsi di alfabetizzazione promossi dall'Istituto Comprensivo I, ai corsi di formazione professionale di IIPLE sulla scenotecnica e Fomal sulla ristorazione, al teatro di Paolo Billi, e all'attività di volontariato promossa dall'Associazione di volontariato Uva Passa che tutti i sabati e le domeniche è impegnata a costruire relazioni con i giovani del Pratello. Pensiamo al progetto “Caro Diario” e alla scambio epistolare, ma soprattutto pedagogico e umano, tra i giovani studenti dell'Istituto Salvemini di Casalecchio e i giovani detenuti reclusi al Pratello. Un progetto educativo costruito con pazienza e abilità in tanti anni e che ha permesso a tutti di crescere, come ricorda una giovane studentessa del Salvemini durante l'udienza conoscitiva in Comune: “Siamo stati noi a imparare tante cose da quei ragazzi chiamati delinquenti e allontanati dalla società.... una semplice chiacchierata con loro ti fa capire a quanto sia facile sbagliare, alle cose futili che in realtà non sono importanti”.
Il carcere minorile è di territorialità regionale e non può certo gravare solo su Bologna. Per rispettare le condizioni minime richieste in materia di condizioni sanitarie, igieniche, e di reinserimento sociale e lavorativo, e provare a costruire un progetto di città per il Pratello, occorre però uscire dalla instabilità in cui si dibatte da qualche anno la giustizia minorile a Bologna e in Emilia-Romagna. Se vogliamo costruire una politica inclusiva, sarà necessario che il Dipartimento della Giustizia Minorile possa garantire a Bologna la presenza stabile ed il sostegno di Direttori e funzionari impegnati in un serio e costruttivo confronto con le realtà e le istituzioni cittadine, al fine di realizzare il necessario coinvolgimento progettuale che potrà fare di un ragazzo finito in carcere, un cittadino che sente di appartenere ad una comunità accogliente che ha bisogno anche di lui.
Senza dimenticare “un'antica e popolare strada porticata di 600 metri, cuore di Bologna e luogo dove andare per prendersi il tempo della libertà”.