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Question Time, Covid e alunni disabili a scuola, oltre alla presenza è fondamentale l’inclusione

Question Time, scuola in presenza per i figli del persona sanitario Posta in arrivo
L'assessora Susanna Zaccaria, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) sull'inclusione a scuola degli alunni disabili durante la pandemia Covid-19.

La domanda del consigliere Errani:

"Gentile Assessora,
a situazione legata all'emergenza Covid-19 ha aumentato enormemente la trasformazione delle differenze in disuguaglianze. L'inclusione scolastica non può limitarsi all'abbattimento delle barriere architettoniche e agli insegnanti di sostegno: le conseguenze sulla didattica della pandemia stanno aumentando le disuguaglianze in relazione alle situazioni personali e sociali, confinando gli alunni disabili nelle classi di sostegno o in una relazione duale, e di conseguenza anch'essa escludente.

Sull’inclusione a scuola degli alunni disabili durante la pandemia Covid-19.

Credo che la proposta di una modalità didattica praticabile in sicurezza, una didattica per piccoli gruppi, offra una metodologia di insegnamento e apprendimento partecipativa e, quindi,meno addestrativa; una didattica inclusiva, in quanto richiede un apporto ed il conseguente riconoscimento del contributo di ciascuno; una didattica solidale, offrendo l'opportunità di scoprire che il gruppo può avanzare e realizzare dei risultati solo se ci si aiuta reciprocamente. Una didattica per gruppi di lavoro è un'esperienza che non limiterebbe la sua utilità ai bisogni dei bambini disabili, ma anche ai compagni non disabili, molto più della DAD o della scuola della trasmissione dei saperi. Una scuola in piccoli gruppi permetterebbe la ricerca e a partecipazione attiva.

Considerando, infine, che la nota 662 del 12 marzo 2021 del Ministero dell'Istruzione, esprime come: "... la condizione dell'alunno con bisogni educativi speciali non comporta come automatismo la necessità di una didattica in presenza, potendo talora essere del tutto compatibile con forme di didattica digitale integrata salvo diverse esplicite disposizioni contenute nei già adottati progetti inclusivi."

Ciò premesso, laddove per il singolo caso ricorrano le condizioni tracciate nel citato articolo 43 le stesse istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni e agli studenti in parola, ma al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l'adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola.

Credo importante, come Comune di Bologna, garantire, in collaborazione con l'Ufficio scolastico territoriale/regionale e gli Istituti scolastici, a tutti gli studenti con bisogni educativi speciali una didattica inclusiva che purtroppo non viene garantita senza il collegamento con il resto della classe, garantendo quindi l'affiancamento agli alunni disabili un piccolo gruppo di altri studenti (anche a rotazione) per evitare il senso di isolamento e esclusione."

La risposta dell'Assessora Zaccaria:

" Grazie consigliere Errani, condivido in pieno le sue osservazioni, come lei sa, dal 9 marzo, in attuazione dell'articolo 43 del DPCM del 2 marzo, noi abbiamo attivato i progetti individualizzati in presenza per i bambini con disabilità sia per il nido che per la scuola d'infanzia comunale.
È però del 12 marzo una ulteriore nota del Ministero dell'Istruzione, la nota 662 che ha citato anche lei, che segue un po' le altre di cui parlavo nelle domande precedenti, a un certo punto sembrava che potessero essere accolti in presenza solo i bambini disabili o con bisogni educativi speciali.

Noi francamente auspichiamo, per i motivi che ha detto lei, che invece potessero essere affiancati in presenza da alcuni compagni di classe, pur nella consapevolezza che non è possibile accoglierne tanti, ma il piccolo gruppo ha una finalità inclusiva non rinunciabile, l'ho dichiarato in più occasioni. L'idea di un bambino con disabilità che va li da solo, non so se sia peggio stare a casa con la famiglia o andare a scuola, se pur in un contesto abituale, senza gli altri bambini, era difficile da capire come si potesse parlare di inclusione. Invece il Ministero ha poi specificato che era possibile coinvolgere nell'attività in presenza altri bambini appartenenti alla stessa sezione, perché come sapete la bolla famosa è diventata la sezione, non possono essere bambini di altre sezioni, per fare in modo che i bambini disabili possano continuare a sperimentare la relazione nel gruppo dei pari, ovviamente mantenendo le proprie figure di riferimento.
Proprio per questo, da quando è arrivata la nota del Ministero abbiamo organizzato questo servizio, abbiamo scritto alle famiglie e organizzato i piccoli gruppi, in via sperimentale dal 22 al 26 di marzo, la nota lascia al gestore le modalità organizzative, noi abbiamo deciso di accogliere tre bambini oltre al bimbo con disabilità, 4 bambini nei plessi dove c'è una sola sezione con uno o due bambini con disabilità. Gruppi veramente piccoli, con dei percorsi individualizzati, dunque rimane come punto di riferimento il Piano educativo individualizzato per i bambini con disabilità, i bambini devono essere necessariamente accolti dall'educatore di riferimento della scuola o del nido, che nel frattempo continueranno a curare anche gli interventi a distanza per i bambini della sezione che saranno ancora a casa. Come dicevo abbiamo attuato questa modalità in via sperimentale per la prossima settimana.
Qualora la sospensione dell'attività educativa e didattica dovesse essere prorogata il progetto potrà proseguire e i bambini verranno accolti a rotazione.

Ci aspettiamo un numero alto di domande, perché questa misura seppur in termini di pochi bambini darà anche una mano alle famiglie dei bambini che potranno frequentare qualche ora per tornare un po' agli argomenti che abbiamo affrontato prima rispetto alle difficoltà, ma ricordo che questa organizzazione vede proprio al centro i bisogni dei bambini con disabilità.

Io spero che non ci siamo molte rotazioni perché vuol dire che si torna in presenza, se non fosse così è chiaro che ci vuole molta attenzione per questo tipo di bisogni e fragilità, ma sono contenta, auspichiamo che ci fosse un chiarimento in questo senso."