Silvia Romano a un anno dal rapimento. Dobbiamo continuare a parlarne

È trascorso un anno, era il 20 novembre 2018. Un anno esatto da quando Silvia Romano, cooperante di soli 23 anni, veniva rapita in Kenya.

Sono già intervenuto in Consiglio comunale per ricordare Silvia, a sei mesi dal rapimento e il giorno del suo compleanno. A distanza di un anno, credo sia importante chiedere anche al Governo e al Parlamento di intervenire pubblicamente, per spiegare il lavoro dei servizi che indagano sul rapimento di Silvia.

Come città di Bologna e in qualità di Consiglieri comunali, possiamo tenere viva l’attenzione, e lanciare un messaggio di vicinanza e di solidarietà alla famiglia della cooperante italiana.

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Auto ibride ed elettriche per il Comune di Bologna

In Consiglio comunale, oggi abbiamo approvato la delibera per dotare la polizia municipale di Bologna di 7 nuove auto ibride.

È un ottimo segnale per una mobilità più sostenibile nei centri urbani, ma è anche un buon esempio per i cittadini, anche loro incentivati a muoversi nel maggior rispetto dell’ambiente.

È quello che dovrebbero fare tutti gli enti pubblici: ridurre i consumi, inquinare meno e rispettare l’ambiente.

Non solo comunque per la polizia locale, ma anche per gli altri servizi comunali il Comune di Bologna valuterà il passaggio via via all’ibrido e all’elettrico.

Soluzioni più green per una maggiore sostenibilità!

Riapre via Mattei: dobbiamo coinvolgere la rete solidale che a Bologna lavora per l’inclusione

Da Centro di identificazione ed espulsione (CIE), con condizioni di vita (e di lavoro) inaccettabili, a Hub regionale dove fare vera accoglienza per profughi e richiedenti asilo. Quella per la chiusura del CIE di Bologna è stata una delle battaglie più intense, iniziata nel mandato precedente, dopo le denunce di Medici per i diritti umani e della Garante delle persone detenute in Emilia-Romagna.

Con la chiusura del CIE, Bologna ha costruito un progetto di accoglienza diverso, un sistema di accoglienza diffusa che crea integrazione e garantisce diritti e umanità a chi ha bisogno di protezione e che permette di superare la logica emergenziale e di coinvolgere tutti gli enti locali del nostro territorio.

Oggi, come conseguenza dei decreti sicurezza, l’Hub di via Mattei diventa un Centro di accoglienza straordinario (CAS) che potrà ospitare fino a 200 persone. I decreti sicurezza smantellano infatti il sistema di accoglienza diffusa (Sprar) gestito dai Comuni che permetteva una vera integrazione delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria, e impongono il ritorno ai grandi centri di accoglienza (CAS) gestiti dalla Prefettura con carattere di straordinarietà ed emergenza.

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“Io accolgo”: anche a Bologna la raccolta di firme per chiedere di abrogare i decreti sicurezza

“Io accolgo”: anche a Bologna la raccolta di firme per chiedere di abrogare i decreti sicurezza

La campagna "Io accolgo" arriva anche a Bologna con la raccolta di firme a sostegno della petizione per contrastare le politiche in materia di immigrazione. L’obiettivo è di sensibilizzare i cittadini e chiedere al Governo e al Parlamento di abrogare i decreti Sicurezza e gli accordi con la Libia, perché violano la Costituzione italiana e le Convenzioni internazionali.

Il 31 dicembre 2019, il sistema di accoglienza diffusa (Sprar) gestito dai Comuni che permette l’integrazione di persone richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria rischia di essere definitivamente smantellato, con un ritorno ai grandi centri di accoglienza (CAS) gestiti dalla Prefettura con carattere di straordinarietà ed emergenza.

Bologna è tra le città che più ha investito sui progetti Sprar, l'unico modello che garantisce percorsi di integrazione e autonomia.

Con i decreti Sicurezza, sia i richiedenti asilo che i titolari di protezione umanitaria, dovranno uscire dall'accoglienza Sprar. La conseguenza sarà il trasferimento di tutti i richiedenti asilo in grandi CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), mentre i titolari di protezione umanitaria rischiamo di finire in strada, creando così un problema sociale per migliaia di persone in situazione di difficoltà. I decreti Sicurezza, a firma Salvini, stanno creando un paese più ingiusto e più insicuro, alimentando paure e rabbie sociali, e l’aumento delle persone irregolari presenti nel nostro paese.

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Migranti, imbarazzante assenza delle istituzioni ai funerali di Lampedusa

A Lampedusa si sono svolti i funerali delle tredici vittime del naufragio del 7 ottobre. Erano presenti 200 cittadini. Assenti le istituzioni, i politici e il Governo.

Doveva essere il giorno del ricordo, ma è stato il giorno della vergogna.

Tredici donne morte, di cui una incinta, una di neppure 12 anni. E otto bambini, una madre e un piccolo di otto mesi tra i dispersi nel naufragio a Lampedusa.

Lampedusa continua a essere lasciata sola a contare i morti, nell’indifferenza generale.

La testimonianze dei 22 sopravvissuti sono terribili. Un sopravvissuto ha raccontato di aver recuperato un bambino di pochi mesi, ma strattonato da una persona che era già in acqua e stava annegando, ha perso la presa vedendo scomparire tra le onde il neonato.

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Uccisa in Siria Hevrin Khalaf, attivista per i diritti delle donne

Trentacinque anni, segretaria generale del Partito Futuro siriano, Hevrin Khalaf era un'attivista che aveva dedicato la sua vita alla lotta per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi.

Sabato 12 ottobre è stata uccisa in un agguato delle milizie filo-turche nel Nord Est della Siria. Stava cercando di raggiungere la città di Qamishli, insieme al suo autista, quando è stata fermata dai miliziani arabo-siriani tra i quali militano diversi jihadisti alleati delle forze militari turche di Erdogan.

Hevrin Khalaf era laureata in ingegneria civile e lottava per i diritti delle donne. Il 5 ottobre aveva parlato in pubblico per l'ultima volta, sostenendo che i tentativi turchi «di occupare questa terra per difendere il suo popolo non corrispondono alla realtà» e rivendicando il ruolo svolto dalle forze democratiche siriane nella liberazione del Nord Est della Siria dai gruppi terroristici. Il presidente del parlamento europeo David Sassoli ha ricordato che “la sua uccisione, opera di terroristi islamisti, più attivi dopo l'invasione dei territori curdi da parte della Turchia, è un orrore su cui la comunità internazionale dovrà andare fino in fondo”.

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