A 15 anni dalla morte di Federico Aldrovandi

Il 25 settembre del 2005, di ritorno da una serata con amici, il 18enne Federico Aldrovandi veniva ucciso alle prime ore del mattino, nella sua città, Ferrara.

Insieme a Stefano Cucchi e Giuseppe Uva, quello di Federico Aldrovandi è uno dei casi di giovani uccisi per mano delle forze dell’ordine. Dopo numerose omissioni, nel 2012, per “eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi”, sono stati condannati quattro poliziotti a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Nel 2013, il Sindaco di Bologna, insieme al Consiglio comunale, ha conferito la cittadinanza onoraria della nostra città a Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi. Una donna coraggiosa che con determinazione ha lottato per arrivare alla verità sulla morte del figlio.

A luglio 2018, il Consiglio comunale di Bologna ha approvato la mia proposta per intitolare un luogo pubblico della nostra città a Federico Aldrovandi, un luogo frequentato soprattutto dai giovani. Un luogo che può rappresentare una risposta alla domanda che anche i nostri ragazzi potranno farsi: chi era Federico Aldrovandi?

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Un luogo in ricordo di Federico Aldrovandi

Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, ha voluto dedicare un pensiero al figlio scomparso nel 2005. Il 17 luglio sarebbe stato il giorno del suo compleanno, Federico avrebbe compiuto 33 anni. Era il 25 settembre del 2005 quando di ritorno da una serata con amici, il 18enne è morto alle prime ore del mattino, a Ferrara, dopo un violento scontro con quattro agenti di polizia.

Insieme a Stefano Cucchi e Giuseppe Uva, quello di Federico Aldrovandi è uno dei tanti casi di giovani uccisi per mano delle forze dell’ordine. Per “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi” nel 2006 sono stati condannati quattro poliziotti a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Il Consiglio comunale di Bologna, il 16 luglio 2018, ha approvato la mia proposta per intitolare un luogo pubblico della nostra città a Federico Aldrovandi, un luogo frequentato soprattutto dai giovani. Un luogo che può rappresentare una risposta alla domanda che anche i nostri ragazzi potranno farsi: chi era Federico Aldrovandi?

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Priorità alla scuola

La scuola italiana è stata la prima a chiudere per l'emergenza Covid-19 e oggi non sappiamo ancora se e quando riaprirà a settembre.

Gentile Presidente, cosa possiamo fare a livello locale, per dare priorità alla nostra scuola e garantire il diritto allo studio a Bologna? Il Consiglio comunale ha approvato la mia proposta di Ordine del giorno che offre un contributo per ripensare la nostra comunità educativa, travolta dalla pandemia, e promuovere un’alleanza educativa, valorizzando le risorse e la partecipazione del nostro territori: Istituzioni culturali e educative, mondo del volontariato e terzo settore.


In questi mesi, la didattica a distanza ha consentito di tenere in vita nell’emergenza l’impegno formativo, ma sono anche aumentate diseguaglianze educative e sociali, come conseguenza della difficoltà di proseguire l’impegno di una didattica inclusiva e interculturale. Le esperienze e le energie messe in campo non devono certamente andare perse, ma sappiamo che, nonostante l'impegno straordinario dei docenti, la didattica a distanza non permette comunque di salvaguardare la “classe” come luogo fisico di relazioni tra studenti e insegnanti, valorizzando l’insegnamento e l’apprendimento. La scuola deve ripartire, perché l’educazione è il futuro, immediato e prossimo, della nostra città e del nostro Paese.

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Bologna per Zaky e Regeni

Ancora una volta, Bologna si é mobilita per la liberazione di Patrick Zaky e per chiedere verità per Giulio Regeni. I volti, disegnati dall’artista e attivista per i diritti umani Gianluca Costantini, sono stati esposti su un grande manifesto in piazza Maggiore.

Era il 25 gennaio 2016, quando Giulio Regeni veniva torturato e ucciso in Egitto. Giulio aveva 28 anni ed era un dottorando dell’Università di Cambridge. Purtroppo sono stati 4 anni e mezzo di depistaggi e di promesse non mantenute.

La città di Bologna si è anche attivata in favore della scarcerazione di Patrick Zaky, studente all’Università di Bologna, torturato dalle forze di sicurezza egiziane. Patrick, 27 anni, è uno studente dell’Università di Bologna ed è stato arrestato il 7 febbraio 2020 al suo arrivo in Egitto, per una breve visita alla sua famiglia.

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20 giugno 2020, Giornata Mondiale del Rifugiato

Nel mondo, sono 70 milioni le persone costrette a fuggire dai propri Paesi, in cerca di una vita dignitosa. Oltre 25 milioni sono rifugiati e più della metà sono bambine e bambini (dati UNHCR). Sono persone che scappano da guerre, violenza e fame.

Sono persone e, come tutti noi, hanno un volto e una storia che li conduce a lasciare il loro Paese, con viaggi pericolosi, durante i quali subiscono spesso torture e abusi.

Secondo i dati dell’Alto Commissariato ONU per i rifugiati, la Turchia continua a essere il Paese che ospita il maggior numero di persone e tra le prime dieci nazioni che accolgono c’è un solo paese europeo, la Germania. I dieci Paesi col più alto numero di profughi – tra cui quattro tra i meno sviluppati: Uganda, Sudan, Etiopia e Bangladesh – hanno ospitato complessivamente oltre 13 milioni di rifugiati.

Gli Stati hanno il diritto di gestire la migrazione attraverso i propri confini, ma hanno anche la responsabilità di ridurre al minimo la sofferenza umana. Non è più possibile tollerare politiche che causano consapevolmente sofferenze.

Il 20 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite.

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Scuola: proposte per ripartire a settembre

La scuola italiana è stata la prima a chiudere per l'emergenza Covid-19 e sarà l'ultima a riaprire.

Gentile Presidente, con l’approvazione del decreto scuola, il Governo ha impegnato le risorse per i concorsi e quindi la stabilizzazione di tanti precari, mentre il documento del Comitato tecnico scientifico ci consegna le regole nazionali di sicurezza nelle scuole. Infine, il documento che il Comitato degli esperti, coordinato dal Prof. Patrizio Bianchi, presenterà a fine luglio contiene le proposte per la ripartenza e l’indicazione degli strumenti per semplificare e aiutare la vita delle singole scuole.

Cosa possiamo fare a livello locale, come Comune di Bologna?

La mia proposta di Ordine del giorno che abbiamo discusso in Commissione, confrontandoci con esperti, Università, Istituzione Educazione Scuola, Ufficio scolastico, Regione Emilia-Romagna, insegnanti e dirigenti scolastici, genitori e famiglie, comitati di gestione e associazioni, organizzazioni sindacali, offre un contributo per ricostruire la nostra comunità educativa, travolta dalla pandemia, e promuovere un’alleanza educativa, valorizzando le risorse e la partecipazione del nostro territorio: istituzioni, mondo del volontariato e Terzo settore.

In questi mesi, la didattica a distanza ha consentito, grazie all’ammirevole impegno di gran parte del personale docente, di tenere in vita nell’emergenza l’impegno formativo, ma sono anche aumentate diseguaglianze educative e sociali, come conseguenza della difficoltà di proseguire l’impegno di una didattica inclusiva e interculturale.

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