Ius culturae: una legge di civiltà
È una legge, quella sul diritto alla cittadinanza per i figli nati da cittadini stranieri, che avvicinerebbe l’Italia ad altri paesi europei come Germania, Francia e Regno Unito.
Il dibattito sullo Ius culturae, ripreso con il nuovo Governo, è una priorità politica per il nostro Paese. A pagare il prezzo più alto, come sempre, rischiano di essere i più piccoli e i più deboli. È una legge di civiltà che riconosce diritti ma anche doveri e responsabilità a giovani che si sentono italiani e a cui noi, con ostacoli e cavilli, ogni giorno ricordiamo di non essere graditi.
A Bologna, sono oltre 8.000 i bambini nati sotto le Due Torri da genitori stranieri che potrebbero diventare “nuovi cittadini bolognesi” se la legge diventasse realtà. Sono compagni di banco dei nostri figli, ragazzi e ragazze che si sentono “italiani” e che frequentano le scuole della nostra città, ma che sui documenti continuano ad essere cittadini stranieri. Questi ragazzi vivono nello stesso contesto scolastico dei nostri giovani, parlano l’italiano, studiano la storia d’Italia, sono figli di cittadini stranieri regolari che lavorano e pagano le tasse in Italia.