#WithRefugees

#WithRefugees Aquarius SOS MediterraneeAcquarius non può attraccare ad un porto italiano. Il nostro Ministero degli Interni ha deciso così: restano a bordo 629 migranti, dei quali 126 sono minori non accompagnati, 11 bambini e bambine, e 7 donne incinte. Lo aveva detto e lo fa: “è finita la pacchia”. A chi conviene alimentare un clima di odio e strumentalizzare il problema dei migranti?

Gentile Presidente, la Senatrice Liliana Segre, solo pochi giorni fa, ha ricordato che «La democrazia si perde piano piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, e c’è chi grida più forte e tutti dicono: ci pensa lui». La Senatrice, deportata da Milano al campo di concentramento nazista di Auschwitz e Birkenau, ha visto «Le parole d’odio trasformarsi in dittatura. E poi in sterminio».

Solo pochi giorni fa, era il 26 maggio, nasceva a bordo della Aquarius, la nave di Medici Senza Frontiere (Msf) e Sos Mediterranee, il piccolo “Miracle”. La madre ha raccontato di aver trascorso un anno in Libia, di essere stata tenuta prigioniera e picchiata.

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Benvenuto in Italia piccolo Miracle

Miracle (fonte la Repubblica)"Benvenuto in Italia", sono le parole del Presidente della Camera Robero Fico per accogliere il piccolo bambino nato durante la traversata dalla Libia a Catania.

Il bambino è nato sabato 26 maggio a bordo della Aquarius, la nave di Medici Senza Frontiere (Msf) e Sos Mediterranee. Miracle è nato in acque internazionali alle 15.45 da una donna soccorsa il 24 maggio da una nave della marina militare italiana e in seguito trasferita a bordo dell'Aquarius. La madre ha raccontato di aver trascorso un anno in Libia, di essere stata tenuta prigioniera e picchiata.

La situazione in Libia è estremamente pericolosa per rifugiati e migranti, che non hanno accesso alle cure mediche. La storia di questa donna dimostra l’importanza di Msf nel Mediterraneo e delle Ong, che non devono essere ostacolate o criminalizzate per le loro operazioni di soccorso in mare.

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In ricordo di Federico Aldrovandi

Dobbiamo continuare a ricordare e raccontare la verità per Federico Aldrovandi, il diciottenne ferrarese ucciso durante un controllo di polizia il 25 settembre 2005.

Federico AldrovandiTredici anni fa, tornando a casa da un concerto come tanti suoi coetanei fanno spesso, trovò la morte nella sua città, Ferrara, per mano delle percosse che quattro agenti di polizia gli infersero. Dopo numerose omissioni, nel 2012 i quattro poliziotti che avevano fermato Federico sono stati condannati definitivamente a 3 anni e 6 mesi di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo.

Ma il “lavoro” non è finito. Abbiamo visto quanto sia difficile vedere applicato un banale principio di giustizia. Abbiamo visto come la memoria di chi è rimasto vittima di abuso da parte delle forze dell’ordine venga colpita da affermazioni offensive e spesso diffamatorie.

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Rilasciare immediatamente Ahed Tamimi

Rilasciare immediatamente Ahed Tamimi

Il Consiglio comunale di Bologna ha approvato l’Ordine del Giorno presentato dal Consigliere comunale Francesco Errani per l’immediata liberazione di Ahed Al-Tamini, la ragazza palestinese di 16 anni arrestata per aver tirato uno schiaffo a due militari israeliani, dopo che suo cugino di quindici anni era stato ferito gravemente da una pallottola e portato in coma all’ospedale.

Ahed e la sua famiglia vivono nel villaggio di Nabi Saleh. La protesta e resistenza non violenta di Nabi Saleh si è caratterizzata per la forte presenza di donne e giovani. Ahed sarà giudicata da un tribunale militare. Dal 1967 sono stati più di 800 mila i palestinesi incarcerati per motivi politici e attualmente sono circa 400 i minori incarcerati.

Free Ahed Tamimi

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OZ Bologna

Unipol ha dato 10 giorni di tempo a OZ per liberare l’ex Samp di via Stalingrado...

OZ BolognaL'esperienza innovativa di OZ, l’urban park indoor più grande d’Italia e fra i più importanti d’Europa (attività di sport urban-freestyle e circensi, arti visive, musicali, ludiche), non può essere chiusa.
La nuova proprietà Unipol non può disinteressarsi della città e chiudere un’esperienza innovativa, a cui partecipano centinaia di cittadini. La responsabilità di impresa è sociale e anche territoriale, il profitto non può essere l’unica via.

E il Comune di Bologna deve impegnarsi per trovare una soluzione e dare continuità a OZ, sostenendo un'esperienza unica per quantità e qualità delle attività proposte.
http://www.ozbologna.org