Il Papa degli ultimi tra i migranti di via Mattei

Il Papa degli ultimi tra i migranti di via Mattei

Papa Francesco a Bologna ha visitato l'hub di via Mattei, ha pranzato con i poveri e i detenuti in San Petronio, ha incontrato l'Università in San Domenico e ha celebrato la messa allo stadio. Il Papa ha parlato delle tre “P”, “tre punti di riferimento”, tre “alimenti-base” per vivere: Parola, Pane e Poveri. In quelle parole erano compresi tutti, siamo compresi tutti. Anche i malati.

I malati erano presenti tra i poveri in San Petronio e tra i migranti di via Mattei, erano presenti anche allo stadio. Per questo credo sia un comportamento grave mettere i malati contro i migranti, è una “meschinità” dividere e alimentare conflitto tra chi soffre, alimentare una guerra tra gli ultimi. È una “meschinità” perché nasconde i veri responsabili, sia delle malattie che delle migrazioni.

Agli studenti il Papa ha ricordato che non devono farsi “sommergere dal dilagare di false notizie e dalle frasi fatte dei populismi”.

Papa Francesco parla di corruzione, povertà, disoccupati e ambiente. Parla di cultura, dell'importanza dell'educazione per offrire alle persone i punti di riferimento per comprendere la complessità in cui viviamo e i grandi cambiamento globali. Parla anche delle migrazioni legate alle crisi e ai conflitti della regione araba e dell’Africa, così come di degrado ambientale e sfruttamento di popoli e risorse, e invita “chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca una famiglia, che cerca di essere custodita”.

Il Papa si è assunto il compito di parlare a nome degli “scartati”, dell’umanità rifiutata, dei popoli colpiti dai disastri climatici, e purtroppo incontra l’incapacità e la reazione di una parte della classe dirigente e della politica che continua a difendere la quiete sociale dalle istanze dei poveri.

In questo senso valga per tutti il messaggio per la Giornata mondiale della Pace in cui Papa Francesco ha affermato: “Da troppo tempo la nostra irrilevanza, come cristiani, e in alcuni casi il nostro silenzio ha permesso, concesso o non ostacolato l’avanzata di un sistema economico che uccide. Nulla ha più lo stesso valore, lo stesso senso. In nome dell’azzardo finanziario che ha amplificato la crisi economica del consumismo, coloro che l’hanno provocata, hanno ridotto i diritti fondamentali, attaccato le costituzioni degli Stati, ridotto in schiavitù intere popolazioni attraverso privatizzazioni, attacco ai territori, sistemi di indebitamento con logiche da usura internazionale (J. M. Bergoglio, 1 gennaio 2015, “Non più schiavi, ma fratelli”).