Diamo vita a spazi abbandonati, riqualificando aree dismesse della città.

L'esperienza innovativa del centro culturale Senza Filtro (http://www.planimetrieculturali.org) ha permesso di riqualificare un'area dismessa, con pratiche di riuso temporaneo rivolte alla partecipazione dei cittadini.

Nel Comune di Bologna ci stiamo impegnando per la valorizzazione temporanea di immobili e per una legge regionale che preveda il riuso di spazi abbandonati per progetti legati a cultura e sociale.

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È uno dei doveri di chi ha responsabilità pubblica informare i cittadini delle attività realizzate dal Comune, dei servizi attivati e condividere le priorità e le politiche locali . Può sembrare oneroso e propagandistico se viene proposto come evento straordinario, diventa invece fondamentale per la partecipazione democratica dei cittadini se costituisce un’attività costante di informazione e comunicazione.

Questo dovere di informazione deve essere realizzato mantenendo al tempo stesso l’obiettivo del contenimento della spesa.

Un’idea alternativa alla mera stampa dell'opuscolo di metà mandato potrebbe partire dall’identificazione di luoghi pubblici della città, per consegnare la documentazione cartacea direttamente ai cittadini o per presentare periodicamente alcuni servizi rivolti ai cittadini; si può inoltre costruire un sistema di newsletter personalizzabile in modo che il cittadino possa scegliere su quali argomenti, attività, servizi essere informato.

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Una risposta a Olivio Romanini a proposito del  ruolo possibile del Consiglio comunale

Caro Olivio, il tuo articolo un pò provocatoriamente apre una giusta riflessione sul ruolo, l’organizzazione e l’effettiva rilevanza dei consiglieri comunali. Apre in particolare una riflessione sul modo e sulla qualità dell’azione politica a livello locale, in particolare dei 37 consiglieri eletti.

Come può il Consiglio comunale  influenzare la vita reale dei cittadini bolognesi?

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Il Comune può orientare le scelte su acqua, rifiuti e energia, ma anche trasparenza e compensi dei manager

L’8 ottobre 2012 abbiamo votato la delibera di Giunta sulla fusione Hera–Acegas, le due multiutility che in Emilia Romagna, Veneto e Friuli gestiscono l’acqua, i rifiuti e l’energia. Si tratta di servizi di pubblica utilità in cui il Comune deve farsi garante dell’interesse collettivo e della tutela del cittadino.

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La proposta di un piano comunale di protezione dall'amianto è il risultato del lavoro di giovani studenti del Liceo Laura Bassi di Bologna, 7 proposte per eliminare l'amianto dal territorio nazionale e dalla nostra città. Un progetto che guarda al futuro, alle nuove generazioni.

L'amianto è un veleno, un killer silenzioso che ha invaso il nostro territorio, la nostra città, i luoghi di lavoro, le nostre case e le nostre vite. Abbiamo vissuto il boom dell'amianto, un materiale prodotto in grandi quantità a basso costo che per la sua elevata resistenza viene battezzato Eternit, eterno,  messo al bando solo dal 1992, bisogna procedere con lo smantellamento dell'amianto esistente.

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È incomprensibile la decisione del Sindaco e della Giunta di non inserire le clausole sociali nell'appalto del verde pubblico da 42,5 milioni di euro.

Non solo perché in questo modo non viene rispettato un Ordine del giorno approvato all'unanimità da tutto il Consiglio comunale di Bologna, ma anche perché molte città italiane come Torino, Milano, Roma, ma anche Ferrara nella nostra regione, hanno da tempo fatto la scelta di cambiare le politiche sociali, per rendere il nostro welfare più innovativo e più inclusivo, una scelta a costo zero per i Comuni che permette di dare risposta a tanti cittadini in difficoltà che faticano a trovare lavoro.

Rischiamo di perdere un'occasione unica, se vogliamo davvero cambiare la politica anche a Bologna e passare dalle parole alle azioni concrete.

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