Sabato 23 gennaio la nostra città ha fatto quello che deve fare una città europea: ha chiesto un passo in avanti per tutto il Paese sui diritti civili. La mobilitazione a favore della legge Cirinnà ha riempito più di 100 piazze in tutta Italia, più di 1 milione di persone ha manifestato non contro qualcuno ma per chiedere più diritti.
 
Il DDL Cirinnà prevede la convivenza tra persone dello stesso sesso, disciplina le unioni civili per le coppie omosessuali e la convivenza in genere (anche tra le coppie eterosessuali). In sostanza, crea un nuovo istituto nel codice civile. Prevede anche di estendere alle unioni civili l'adozione del bambino che vive con una coppia ma che è figlio biologico di uno solo dei due. Si occupa quindi anche dei bambini, per tutelarli: un Paese civile deve riconoscere loro il diritto di essere sostenuti, assistiti, curati e amati da entrambi i componenti adulti della loro famiglia e non da uno soltanto.

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I lavoratori della Saeco, azienda di Gaggio Montano (Bologna) leader nel settore delle macchine automatiche da caffè, hanno portato la protesta in Piazza Maggiore (contro i 243 licenziamenti). La Philips, che ha acquisito Saeco nel 2009, vuole dimezzare i 558 operai e trasferire (delocalizzare) la produzione in Romania. Un lavoratore in Italia costa come 5 lavoratori in Romania, questo è uno dei fattori che determinano la scelta di "delocalizzare" da parte dell'azienda.

Questi licenziamenti sono drammatici per le famiglie e per un intero territorio bolognese, già colpito duramente dalla crisi. Cosa possiamo fare per evitare questi licenziamenti?

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I cubi sotto le due torri permettono a turisti e cittadini bolognesi di sedersi per riposare o leggere le info su ‪‎Bologna‬: sono previsti 6 pannelli informativi con indicazioni storiche del luogo e una mappa turistica: 3 pannelli in Ravegnana e 3 in Mercanzia.

Le sedute di piazza della Mercanzia sono costate complessivamente € 16.907,52, quelle di piazza di porta Ravegnana € 24.153,60. Il costo comprende tutto: blocchi di pietra, sedute in legno, le 6 targhe segnaletiche e storiche non ancora installate.

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Il Consiglio comunale (la città di Bologna) lunedì 9 novembre 2015 ha conferito la cittadinanza onoraria al magistrato Antonino Di Matteo, da sempre in prima linea contro le mafie e oggetto di continue intimidazioni e minaccie.

Ha indagato sulle stragi di Falcone e Borsellino ed è attualmente impegnato nelle inchieste sulla "trattativa" Stato-mafia. Di Matteo ha concluso il suo intervento sottolineando di essere: "emozionato perché oggi mi considerate degno di essere cittadino onorario di Bologna, città decorata con la medaglia d’oro al valore militare per il contributo dato alla Resistenza e alla liberazione dal Nazifascismo, quella Resistenza fondamento e cardine della nostra democrazia".

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Come ha detto il presidente dell’Anpi di Bologna Renato Romagnoli a margine della cerimonia a Porta Lame in ricordo della battaglia vinta dai partigiani contro i nazifascisti nel 1944: "Sono partiti che non condividiamo nelle cose che dicono, però sono partiti regolarmente riconosciuti e possono fare la loro manifestazione. È chiaro però che venire a Bologna, dove non contano niente, è una provocazione [...] libertà non vuol dire che si possa provocare impunemente una città medaglia d’oro e partigiana come Bologna [...] Lega nord e Forza Italia sono nemici della Costituzione, dell’antifascismo, del movimento partigiano e della libertà che il movimento partigiano ha permesso anche a loro”.

Condivido le parole del presidente dell’Anpi. Domenica 8 novembre è stata una giornata surreale per Bologna, perchè non c'è stata una critica politica, ma vera propria propaganda. Per fortuna, l’affluenza in Piazza Maggiore è stata tra le 6.000 e le 8.000 persone, i bolognesi si sono dimostrati ancora una volta lucidi e concreti.

Ecco una ricostruzione credibile: I quattro gatti di Salvini di Wu Ming

Cronache dallo sgombero dell'ex Telecom...

Martedì 20 ottobre, Bologna ha vissuto una giornata drammatica. Erano quasi 300 le persone, uomini e donne senza lavoro e senza casa, e più di 100 i minori (alcuni piccolissimi) all'interno dello stabile ex Telecom.

Sono arrivato di prima mattina davanti allo stabile in via Fioravanti e sono rimasto tutto il giorno con l'Assessore Amelia Frascaroli e il Presidente del Quartiere Daniele Ara a seguire lo sgombero dell'ex Telecom, a trattare, mediare e cercare soluzioni per dare una risposta a tutti ed evitare ulteriori violenze.

Poteva essere una giornata ancora più drammatica per Bologna, con il rischio di aggiungere ingiustizia a ingiustizia. Mancava tutto, il latte per i bambini, le medicine per i malati, il cibo, l'acqua e soprattutto una casa, un letto dove dormire per centinaia di persone.

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