In Emilia-Romagna sono presenti 3.077 persone di etnia Rom e Sinti (lo 0,067% della popolazione regionale, di cui 1.081 minori, il 35,13%). La quasi totalità ha la cittadinanza italiana (95,9%). Vivono in 182 tra campi e aree pubbliche e private. I campi considerati di grandi dimensioni (ospitanti da 71 a 130 persone) sono 6, 8 quelli che ospitano da 41 a 70 persone. Quelli più piccoli (massimo 40 persone), perlopiù privati, sono 160. A Bologna sono 29 gli insediamenti per 509 persone.

La Regione Emilia-Romagna e il Comune di Bologna intendono superare i campi nomadi di grandi dimensioni, in  attuazione della legge regionale del 2015 sull’inclusione sociale di Rom e Sinti. L'obiettivo è diminuire tensioni e degrado, e favorire l'integrazione. Dobbiamo superare la logica dei grandi campi e favorire situazioni dignitose di abitazione, in cui i costi e i doveri di manutenzione sono di responsabilità degli abitanti.

La creazione di microaree pubbliche e private, queste ultime autofinanziate dai nuclei che si insediano, e l'agevolazione della scelta di abitazioni tradizionali (alloggi sul mercato o quelli popolari in presenza dei requisiti) sono l'obiettivo della legge regionale.

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Gentile Presidente e gentili colleghi,
non parlerò dell'art.7 del nostro Statuto che chiede di votare un organo di garanzia per i cittadini di Bologna.

Non parlerò degli aspetti che riguardano i criteri per valorizzare i curricula che abbiamo il compito di esaminare e selezionare. Parliamo di un ruolo di responsabilità che richiede competenze giuridico-amministrative ed esperienza, insieme a imparzialità e indipendenza dalla politica.

Per queste ragioni oggi mi dispiace non poter votare il Prof. Edoardo Raffiota, tra l'altro sostenuto anche da parte della maggioranza e minoranza in Consiglio comunale.
In coscienza, nella mia funzione rappresentativa, sono convinto sia una scelta sbagliata, un errore non riconoscere competenze e correttezza istituzionale.

Ho tuttavia ben chiaro che il mandato individuale ricevuto dagli elettori che hanno espresso una preferenza sul mio nome non può essere trasformato in un voto per contraddire la posizione che ha assunto (a maggioranza) il gruppo di cui faccio parte.

Per questo, nel mettere a verbale a futura memoria tutte le mie perplessità, per rispetto del principio di lealtà, voterò i 5 nomi decisi (a maggioranza) dal gruppo Pd.

Bisogna evitare nuove sofferenze, nuove violazioni dei diritti umani, ulteriore spreco di denaro pubblico.

Quella per la chiusura del Cie di Bologna è stata una delle battaglie più intense in cinque anni da consigliere comunale
(http://urp.comune.bologna.it/comunica/comstampa.nsf/faa30f1db70ca835412569190058e89b/781dd1a1f151c1edc1257b1e0047c31d?OpenDocument).
Una battaglia iniziata nel 2012 dopo le denunce di Medici per i diritti umani e della Garante delle persone detenute in Emilia-Romagna
(https://www.change.org/p/il-centro-di-identificazione-ed-espulsione-di-bologna-non-deve-riaprire).
Il Cie di Bologna era una struttura che rappresentava non solo un pericolo per le persone ma anche un costo sociale e economico enorme, un luogo di degrado, di violazione dei diritti umani. Tutta la città ha chiesto con forza di non riaprire il Cie (http://www.radiocittadelcapo.it/archives/il-cie-resti-chiuso-riaprirlo-sarebbe-uno-spreco-136203/)
e a marzo del 2013, primo in Italia, il Cie di Bologna è stato chiuso.
A luglio del 2014, abbiamo vinto davvero: il centro di via Mattei è diventato un luogo di accoglienza per chi è costretto a scappare dalla fame e dalla guerra. E così è oggi: un hub dove prestare assistenza sociale e sanitaria e iniziare a insegnare l’italiano, in attesa che una commissione decida se accogliere le richieste di asilo (http://urp.comune.bologna.it/comunica/comstampa.nsf/faa30f1db70ca835412569190058e89b/31b831617f33d67dc1257d1c004183c3?OpenDocument).

I Cie sono disumani e inutili. Proviamo a guardare i numeri per capire.

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Penso che in termini di razionalizzazione dei costi di struttura sia stato fatto il possibile per “unificare” ed “ottimizzare”, come anche per la gestione informatizzata, giusto quindi riconoscere all’Assessore Conte e ai tecnici del Comune di Bologna il grande lavoro e la qualità dimostrata.
 
Sulle agevolazioni IMU per i canoni concordati, credo che la situazione abitativa a Bologna presenti elementi di disagio generati dagli effetti della lunga e perdurante crisi economica. In questi anni, la Giunta comunale ha lavorato per fronteggiare l'emergenza abitativa ma, alle incertezze normative, si aggiunge il mancato rimborso da parte dello Stato delle spese sostenute dall'Amministrazione Comunale per gli Uffici Giudiziari. Il Comune di Bologna per le annualità 2018 e 2019 deve recuperare risorse per applicare un'aliquota IMU ridotta, pari allo 0,76%, agevolando così la stipula dei canoni concordati. È importante anche rifinanziare il fondo per il contributo una tantum per la stipula di contratti a canone concordato e calmierato.
 
 
Prossimi anni

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Pubblico il mio intervento di ieri sera durante la Direzione del Pd di Bologna, per ribadire la mia posizione.
Credo che la polemica sul Passante sia inutile e fa male soprattutto al PD, un partito che dovrebbe favorire la discussione e la partecipazione.
C'è una parte del PD che vuole discutere nelle sedi competenti, che vuole esercitare il ruolo di "indirizzo e controllo" e che vuole essere un "ponte con la città" per confrontarsi con i comitati, le associazioni e i cittadini. 
 
Il 5 dicembre è mancato il coinvolgimento del Consiglio comunale di Bologna. L'Ordine del giorno (di maggioranza) sul Passante rivendicava il coinvolgimento del Consiglio e dei consiglieri comunali su elementi importanti per la nostra città, per il seguito dell'iter del Passante di Bologna: salute dei cittadini, rispetto dell'ambiente, trasparenza e partecipazione, osservatorio ambientale, etc. Tutte proposte utili per la città e che vanno nella direzione di rafforzare Sindaco e Giunta.
 
Desideriamo solo svolgere al meglio il nostro ruolo di consiglieri comunali. Desideriamo solo che la bellissima aula del Consiglio comunale di Bologna sia davvero un luogo di discussione e proposta.
Sulla richiesta di "chiarimento" in via Rivani, credo che possa essere un'occasione se diventa un confronto sincero tra Giunta e Consiglio comunale, per condividere un metodo di lavoro comune.

Provo a fare chiarezza sul progetto di potenziamento della tangenziale e sul mio voto di ieri in Consiglio comunale.
Parliamo del Passante di Bologna, un progetto importante da 650 ML di euro che avrà un forte impatto sulla nostra città, sia durante la fase di cantierizzazione (3 anni) che post opera, dal punto di vista trasportistico, urbanistico e ambientale. In allegato, trovate i punti dell’Ordine del giorno presentato in Consiglio comunale. Se stiamo al merito, si poteva votare contro l'ammissibilità di richieste utili per la nostra città?
I 3 Quartieri interessati dal progetto (San Donato-San Vitale, Navile e Borgo-Reno) si sono giustamente espressi, perché non può farlo anche il Consiglio comunale di Bologna? Credo che i punti richiamati nell'Ordine del giorno (salute dei cittadini, rispetto dell'ambiente, trasparenza e partecipazione, Osservatorio ambientale, etc.) siano tutte proposte di miglioramento che rafforzano il lavoro del Sindaco e della Giunta.
Semplicemente, desidero fare il mio dovere di consigliere comunale, lavorando sul merito del progetto con un ruolo di indirizzo e controllo: è questo il compito del Consiglio comunale di Bologna.

Qui puoi scaricare l'Ordine del Giorno sul passante di Bologna

 www.passantedibologna.it