Bologna città inclusiva

In apertura desidero ricordare la morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf nel piazzale di carico e scarico dell'azienda di Piacenza, cui da 18 anni dedicava il suo lavoro.

Nelle linee di mandato del Sindaco ho trovato alcune parole e proposte che richiamano un forte investimento del Comune di Bologna su scuola, formazione e lavoro. Abd Elsalam Ahmed EldanfPenso al piano comunale contro le povertà. A un’idea di Bologna come città dei diritti, delle pari opportunità.

Nel mandato precedente, ho avuto l'opportunità di fare parte del Consiglio comunale della mia città e ricordo il lavoro che abbiamo portato avanti per una città più inclusiva, una città delle persone e dei diritti. Se guardiamo al contesto in cui viviamo, c’è il rischio, prodotto dalla cultura individualista, di una povertà educativa ancor più ampia di quella economica, che richiama la necessità di una priorità di investimento sociale e culturale da parte delle Istituzioni, per ridurre le disuguaglianze di opportunità di sviluppo cognitivo e di competenze sociali, per prendersi cura soprattutto dei più deboli.

 Durante il mandato precedente, abbiamo affrontato il tema del lavoro. Siamo partiti dall'articolo 4 della nostra Costituzione: la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Cambiamo la Costituzione, perché non siamo più in grado di garantire l'articolo 4, o proviamo a costruire progetti che possano tendere al raggiungimento del principio costituzionale? Perché è importante il lavoro? Perché il lavoro garantisce non solo la sopravvivenza, ma anche dignità, identità ed appartenenza a una comunità.

A Bologna, abbiamo lavorato per un nuovo Protocollo Appalti per garantire trasparenza e diritti. Abbiamo inserito le clausole sociali per l'inserimento lavorativo negli appalti pubblici, una politica attiva del lavoro non assistenziale ma promozionale. Oggi abbiamo un regolamento comunale per l'inserimento lavorativo che impegna il Comune a destinare almeno il 5% dell'importo annuale di tutte le attività di fornitura di beni e servizi per l'inserimento lavorativo di persone in condizioni di fragilità. Ad esempio, con l'appalto quinquennale di manutenzione del verde pubblico (circa 42 milioni di euro), almeno il 10% dei lavoratori occupati deve essere in condizione di fragilità. Sono persone impegnate per pulire i nostri giardinieri e parchi pubblici, per rendere più bella la nostra città. Abbiamo anche realizzato un Albo Metropolitano di aziende solidali, imprese profit che praticano la responsabilità sociale per l'inserimento lavorativo. Un'altra esperienza è rappresentata dall’impresa meccanica “Fare impresa in Dozza”. Una azienda in carcere, promossa da tre grandi imprese della meccanica bolognese (GD, IMA e Marchesini), che valorizza le persone detenute attraverso la loro realizzazione professionale.

Credo che queste esperienze possano costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile, che va nella direzione di una idea di città inclusiva, in grado di promuovere responsabilità diffusa e partecipazione. La sfida che abbiamo davanti per i prossimi anni è di ripensare ai nostri servizi di welfare. Dimostrare che una politica promozionale, non caritatevole, è un vantaggio per tutti, non solo dal punto di vista sociale, culturale ed educativo, ma anche economico.