Educare a una cittadinanza responsabile

Educare a una cittadinanza responsabile"Cambiare il Paese e non denigrarlo", scelgo questo suggerimento di Carlo Azelio Ciampi come riferimento guida per una riflessione sulla scuola, sulle tante problematiche sollevate da presidi, insegnanti e genitori in questo avvio di anno scolastico, e in particolare sull'esclusione di una studentessa disabile di un Istituto secondario superiore della nostra provincia dalla possibilità di essere in classe il primo giorno di scuola assieme ai propri compagni.

Il preside di quella scuola motiva la decisione con l'impossibilità di garantire per quella giornata il servizio scolastico, non potendo contare sull'insegnante di sostegno. La famiglia sostiene ovviamente il diritto della studentessa di frequentare le lezioni come avviene per i suoi coetanei. Le due rappresentazioni di diritto sono entrambe giuste. Ma sono rappresentazioni che inevitabilmente confliggono, poiché si polarizzano in posizioni che si escludono a vicenda.

Non sappiamo quali siano stati i pensieri ed i sentimenti della studentessa, possiamo solo immaginare l'intreccio delle emozioni collegate al sentire che quanto sta avvenendo riguarda lei e, in particolare, la sua presunta mancanza di autonomia che invece viene riconosciuta ai suoi coetanei i quali, a loro volta, si saranno chiesti perchè la loro compagna non sia con loro e che ne abbiano dedotto che quella ragazza non possa fare a meno dell'insegnante che sono abituati a vedere sempre accanto a lei.

Da un lato c'è la necessità della difesa di un diritto, il diritto di ogni studente di frequentare le lezioni, un diritto che va difeso con forza. Ma se ci rappresentiamo le persone come singoli, astraendoli dalla loro dimensione sociale, rischiamo di ritenere che i diritti appartengano a coloro che li rivendicano, che siano una proprietà, e che si debba farli valere, se necessario, anche contro gli altri. Resta così in ombra l'aspetto costruttivo del diritto, che è quello di proporsi come mediatore di relazioni.

Dall'altro lato c'è la scuola che giustamente difende il diritto ad una qualità del servizio che, nella rappresentazione di quell'Istituto, verrebbe messa in discussione dalla mancanza di autonomie della studentessa che avrebbe dovuto essere garantita dal sostegno dell'insegnante assente. Per garantire la qualità di un servizio la cura di una corrispondenza fra bisogni e risorse è indubbiamente importante, ma occorre prestare attenzione al rischio di assumere un'ottica assistenzialistica, secondo la quale i bisogni particolari di una studentessa richiamerebbero esclusivamente le competenze di uno specialista.

Resta così in ombra l'aspetto costruttivo del diritto, che è quello di proporsi come mediatore delle relazioni. Il rispetto dei diritti e la ricerca di soluzioni possono seguire un'altra logica, la logica della cooperazione.

La scuola è una comunità di apprendimento, è un luogo dove, se superiamo il preconcetto dell'insegnante come unica risorsa per l'apprendimento e il pregiudizio del successo scolastico individuale come regolatore del rapporto fra coetanei, si può imparare gli uni dagli altri e ciò è reso possibile proprio grazie alle differenze individuali.

Ritornando al caso su cui stiamo riflettendo, l'occasione dell'assenza temporanea dell'insegnante di sostegno avrebbe potuto essere utilizzata come risorsa anziché un ostacolo per gli apprendimenti. Quella studentessa nel corso della giornata sarebbe probabilmente riuscita a fare alcune cose da sola, per altre avrebbe presumibilmente potuto chiedere aiuto, offrendo così a se stessa e di se stessa un'immagine di persona che ha alcune capacità e consentendo ai compagni di scoprirsi capaci di offrire aiuti. Se per uno studente disabile l'esperienza di essere capace non ha mai l'opportunità di venire sperimentata perchè c'è sempre qualcuno che fa al posto suo, non potrà che convincersi di non essere adeguato, convinzione che necessariamente verrà a confermarsi anche nelle rappresentazioni dei compagni e dell'intera scuola.

L'apprendimento e la crescita sono connessi alla responsabilizzazione ed alla partecipazione. Partecipare è condividere i benefici ma anche i problemi. L'apprendimento è un processo di responsabilizzazione che coinvolge una comunità nella comprensione, elaborazione e ricerca di soluzioni dei problemi che si incontrano.

Per educare ad una cittadinanza responsabile.