Quale futuro per la scuola dell'infanzia?

Intervento del consigliere Francesco Errani al Consiglio comunale del 23 luglio, durante il dibattito per l'approvazione della delibera per la "Definizione del nuovo sistema delle convenzioni con le scuole d'infanzia private".

Il Comune di Bologna si occupa soprattutto di nidi e materne. Su questi, i tre elementi fondamentali sono: le richieste (sono più di 300 quelle inevase per la scuola dell'infanzia), i costi e la qualità dei servizi educativi e scolastici, in un periodo in cui il servizio pubblico spesso viene invece denigrato per giustificarne i tagli.

- sulla domanda, così come ricordato anche dalla Delibera di Giunta, credo che il posto alla scuola dell'infanzia sia un diritto a Bologna. Per ottenere questo risultato è necessario adottare tutti gli strumenti utilizzabili, tuttavia in primis è il Comune che si deve fare carico della gestione della scuola dell'infanzia, partendo dalla qualità che negli anni è stato in grado di produrre. Solo dopo, chiedere l’intervento dei privati. Un diritto che deve garantire anche la libertà di scelta dei genitori: chi vuole per i propri figli la scuola dell'infanzia pubblica deve poterlo fare, come anche chi desidera scegliere quella privata. Credo invece che i servizi di tipo elitario debbano essere totalmente a carico di chi può permetterseli.

Quale futuro per la sQuola dell'infanzia?

 

 

- sulla qualità della scuola, consapevoli che misurare la qualità dei servizi educativi e scolastici che hanno una forte componente relazionale non sia semplice, è giusto ricordare che la scuola non ha solo un valore educativo ma anche sociale, inteso come opportunità di esperienza e crescita nella relazione. Per questo è importante che vi sia attenzione e cura di quegli aspetti che contribuiscono a fare della scuola un luogo sano e di benessere, che non significa escludere le possibili forme di disagio e disturbo ma, al contrario, creare le condizioni per cui l’incontro diventi stimolo, possibilità e occasione di crescita come cittadini. In primo luogo l’incontro con altri coetanei, in secondo luogo l’incontro tra insegnante e studente. La scuola forma buoni cittadini, la qualità allora è anche la ricerca di quegli elementi che consentono di formare buoni cittadini, pensanti e capaci di scegliere anche criticamente, attenti a difendere i propri meriti ma anche a perseguire obiettivi comuni, a collaborare con gli altri anche se più deboli, lenti o meno capaci. La scuola contribuisce al futuro sociale e civico, non forma solo “scolari” ma anche cittadini attivi. La scuola è un investimento per il futuro, un investimento anche per lo sviluppo sociale, civico e politico.

- sul rapporto pubblico privato, così come disegnato anche dalla normativa nazionale, credo sia fondamentale un ruolo forte di regolazione e controllo dell’Ente pubblico. Ridurre le risorse vuol dire ridurre la qualità della scuola. L’importante funzione riconosciuta alla scuola impone che non sia sottoposta a privatizzazione. Anche nell’ipotesi di soggetti diversi impegnati nella gestione di attività educative, è importante costruire e mantenere un forte ruolo di governo del sistema da parte del Comune di Bologna.

Nel merito della Delibera per la definizione del nuovo sistema delle convenzioni con le scuole d'infanzia private, credo sia giusto riconoscere che si tratta di un buon punto di partenza, un passo in avanti rispetto al passato: il passaggio da contributi economici fissi a variabili (penalizzanti o premianti), lo sforzo verso una maggiore equità tariffaria: introducendo un sistema tariffario differenziato standard proporzionato al reddito familiare, come anche gli obiettivi di miglioramento, tutti condivisibili, e l’impegno per un monitoraggio annuale che coinvolgerà i Quartieri e il Consiglio comunale. Ringrazio quindi l’Assessore Pillati per il lavoro fatto e la capacità di ascolto in grado di recepire molte delle richieste e domande emerse durante il dibattito in Commissione e nei Quartieri. Condivido anche la proposta di avviare prima possibile, insieme all’Assessore con delega alla partecipazione Amelia Frascaroli, un confronto partecipato per coinvolgere tutta la città sull’innovazione del sistema dei servizi educativi e scolastici da 0 a 6 anni.

Il mio è quindi un voto di fiducia per il lavoro fatto dall’Assessore Marilena Pillati e dalla Giunta, ma anche un voto di responsabilità pensando al numero di domande purtroppo inevase e alla lunga lista di attesa, un problema che rischia di ricadere sulle spalle delle famiglie, delle donne in particolare.

Possiamo fare però di più. L’obiettivo deve essere quello di studiare, condividere e costruire un sistema con indicatori di qualità maggiormente dettagliati (non solo economici e di bilancio), standard professionali e educativi che devono diventare non solo premianti ma ordinari, così da essere davvero “paritari”. Penso all’integrazione dei bambini con disabilità e stranieri, come anche a un sistema tariffario differenziato comune per tutte le scuole che tenga conto, ad esempio, anche delle famiglie in difficoltà.

Dobbiamo essere capaci di avviare un processo, che richiederà tempi medio-lunghi, per lavorare ad un orizzonte culturale, gestionale e professionale in grado costruire un sistema che tenga conto di cinque aspetti irrinunciabili, in quanto definiti dalla Costituzione, che definiscono la qualità della scuola:

- la sicurezza e la cura della vita materiale della scuola (edifici, arredi, mense, etc.);

- le competenze professionali degli insegnanti, degli educatori e dei collaboratori scolastici (titolo di studio richiesto dalle leggi, formazione in servizio, coordinamento pedagogico del servizio di quartiere e cittadino);

- la cura della partecipazione dei genitori al progetto educativo;

- la collaborazione interistituzionale con i servizi sanitari e sociali del territorio (scuola, Asl, servizi territoriali, etc.);

- l'attenzione all'eterogeneità degli alunni e quindi agli strumenti di compensazione degli svantaggi di partenza che devono poter essere attivati (accoglienza e cura dell'integrazione dei bimbi disabili, dei bimbi figli di migranti, etc.).

Credo che individuare gli indicatori e il sistema del sostegno alle scuole per farli propri e dei controlli da parte dell'Amministrazione comunale del rispetto degli stessi sia non solo necessario ma possibile.

È anche importante riconoscere i reciproci limiti e mancanze e provare tutti, insieme, così come accade in altre città, a lavorare nella direzione di un nuovo progetto culturale per Bologna, da concretizzare e costruire in modo partecipato e trasparente insieme a tutte le forze culturali e professionali presenti nella nostra città: università, personale educante, genitori, amministratori e tutti i cittadini che hanno a cuore il presente e il futuro della nostra scuola, della nostra società. Un progetto in grado non solo di difendere la qualità dei nostri servizi educativi e scolastici, ma anche di innovare il sistema con un forte ruolo di promozione, regolazione e controllo da parte del Comune di Bologna.

Mi piace concludere ricordando uno scritto di Don Milani che parla non solo di scuola, ma anche di partecipazione.

Lettera ad un amico, Natale 1965, L. Milani

I ragazzi qui studiano e pensano, ma anche io penso e studio con loro e normalmente arriviamo alla verità insieme. Quando rimane qualche divergenza, il bene che ci vogliamo aiuta a risolverla e a convivere senza tragedie: perché questo bene è fatto di rispetto reciproco.

Il parlarsi fonde insieme le nostre ricchezze.