"Bologna Città Medaglia d'Oro della Resistenza"?

Domanda d'attualità del consigliere Errani

Gentile Assessore Malagoli,

Scontri tra polizia e antagonisti in via Orfeo - dal web

in occasione della presentazione al Baraccano del libro su Sergio Ramelli, militante del Fronte della gioventù ucciso a Milano nel 1975, via Orfeo è stata chiusa e blindata fin dal primo pomeriggio. Una situazione surreale per i cittadini che si sono trovati di fronte ai blindati e a una strada inaccessibile, con scontri e cariche delle forze dell'ordine contro gli attivisti del Centro sociale Làbas. La competenza sulla sicurezza è naturalmente dello Stato attraverso le forze dell'ordine, ma le chiedo comunque una posizione politica rispetto a episodi di violenza che credo non debbano più accadere.

Anche la presidente del Quartiere Santo Stefano Rosa Amorevole aveva cercato una mediazione, chiedendo di spostare la presentazione del libro in una sala privata, considerando la presenza all'iniziativa di esponenti di Forza Nuova, Casapound e altre organizzazioni di estrema destra.

Non è sicuramente in discussione il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero, diritto sancito dalla nostra Costituzione, ma nell'ordinamento italiano l'apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge.

Sono diritti quindi che contrastano tra loro, ma uno è più importante dell'altro: l'apologia del fascismo è un reato e deve essere perseguito dalla giustizia.

Chi presiede inoltre un centro sociale che promuove la propria attività in un luogo pubblico, ha una grande responsabilità. Accogliere la presentazione di un libro è doverosa, ma le attività, le parole e i comportamenti delle persone non possono e devono essere contro la legge. Saluti romani e interventi di propaganda neofascista sono illegali e chi presiede un centro sociale deve fare il suo dovere per tutelare le leggi italiane. Il Centro sociale Baraccano non è un luogo privato di proprietà di qualcuno, è affidato a chi lo presiede e i comportamenti devono essere rispettosi delle leggi che devono essere il nostro riferimento (i Centri sociali aderenti ad ANCeSCAO sono spazi pubblici che devono perseguire obiettivi di utilità e solidarietà sociale a favore degli associati e dei cittadini, ispirandosi a principi di democrazia e di uguaglianza dei diritti).

Le chiedo cosa può fare il Comune di Bologna per tutelare la nostra Costituzione e le leggi italiane, che devono essere sempre garantite. Dobbiamo dire con forza cosa si può fare per evitare che episodi così gravi non accadano più nella nostra città: Bologna Città Medaglia d'Oro della Resistenza non merita tutto questo.

Risposta dell'assessore Malagoli

"Gentili Consiglieri,

rispetto a quanto avvenuto l'altro ieri in via Orfeo, questa Amministrazione, deplorando ogni tipo di violenza e ribadendo i propri valori fondanti di democrazia e antifascismo, ricorda che già nei giorni scorsi, attraverso le istituzioni di Quartiere, aveva posto pubblicamente una serie di dubbi sull'opportunità di far svolgere nel contesto del Baraccano la presentazione del libro su Sergio Ramelli, al fine di evitare prevedibili tensioni. Come sapete l'iniziativa si è tenuta all'interno del centro sociale Baraccano, con cui il Quartiere ha una convenzione quadro in linea con gli altri centri sociali. Il centro è gestito da un Comitato di gestione che esprime un Presidente e gode di autonomia gestionale, per capirci meglio non concorda con il Quartiere le iniziative e il Quartiere non le autorizza di volta in volta ma è solo informato della programmazione.

Il Comune e il Quartiere, appurato di non avere il potere per vietare l’iniziativa, si sono quindi affidati alle istituzioni dedicate alla gestione della sicurezza e alle Forze dell'ordine.

Riteniamo che quanto avvenuto ieri possa essere da base per il futuro, con l'obiettivo di non contrapporre mai le esigenze della democrazia con la sicurezza delle persone. E qui mi vorrei spiegare meglio. Quando dico esigenze della democrazia intendo proprio che la democrazia è esigente perché dà la possibilità a tutti di esprimersi, all'interno però del dettato costituzionale. Ma del dettato costituzionale non fanno parte le mani tese e i saluti fascisti che si sono visti alla fine di via Santo Stefano, quando un gruppetto di partecipanti usciti dall'iniziativa e scortati dalla Polizia si sono esibiti con queste modalità. Un fatto che deploriamo e che ci fa dubitare che la volontà dell'iniziativa fosse quella della semplice presentazione di un fumetto. Bologna, Città Medaglia d'Oro della Resistenza, non merita tutto questo”.